Politica e Sanità
28 Gennaio 2013La riforma della remunerazione è stata al centro di una serie di eventi nel corso di questo fine settimana. A innescarli venerdì, la notizia che il ministero ha trasmesso la propria controproposta alla Conferenza Stato-Regioni. Un’iniziativa presa nonostante l’accordo con l’Aifa sulla remunerazione esista già, ha sottolineato immediatamente in una nota Federfarma, precisando come l’accordo del 16 ottobre sia stato raggiunto «nel pieno rispetto dei vincoli di legge» e ribadendo tutte le sue perplessità sulla controproposta del ministero. Gli aspetti critici della nuova proposta sono quelli noti e più volte esposti dall’Associazione dei titolari per prima cosa la nuova ipotesi penalizza pesantemente le piccole farmacie a basso fatturato, rurali e non, azzerando di fatto qualsiasi forma di agevolazione prevista nella remunerazione attuale e nell’accordo del 16 ottobre. Inoltre non tiene conto dell’esigenza primaria evidenziata dal legislatore di estendere le procedure di tracciabilità a tutti i farmaci, favorendo, con l’applicazione di un nuovo modello di remunerazione, il passaggio in farmacia anche dei medicinali innovativi ad alto costo, oggi distribuiti dalle Asl. «I tempi per approfondire il problema ci sono» conclude la nota di Federfarma: «la spending review ha rinviato l’entrata in vigore della nuova remunerazione al 30 giugno 2013. Sediamoci intorno a un tavolo e verifichiamo tutti i nodi critici» sottolinea Annarosa Racca (foto), presidente di Federfarma nella nota. «Siamo disponibili al confronto» continua «per individuare le soluzioni più corrette per l’applicazione dell’accordo del 16 ottobre scorso. Chiediamo che si parta da lì per delineare un nuovo modello di remunerazione che produca realmente risultati positivi per il sistema in termini di sostenibilità, tracciabilità del farmaco, razionalizzazione dei sistemi distributivi». Istanze riconfermate sabato in occasione di un convegno promosso a Bologna da Assofarm. All’incontro ha partecipato anche il ministro che alla richiesta di un dietrofront, formulata direttamente dal presidente di Federfarma ha risposto, sottolinea l’associazione, facendo capire di «non aver voluto imprimere alcuna accelerazione al percorso della riforma». Nessuna chiusura da parte di Balduzzi, perciò. Almeno per ora.
Marco Malagutti
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