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Politica e Sanità

22 Febbraio 2013

Federfarma Lecce su irregolarità Pht: errore umano non reato


Gli «errori umani» commessi da alcuni farmacisti leccesi con i farmaci pht sono stati scambiati per crimine e ora si valuterà se continuare a erogare il servizio o se tornare al vecchio sistema dei farmaci “salvavita” ritirati direttamente presso gli ospedali. È quanto sostenuto da Federfarma Lecce nella conferenza stampa indetta subito dopo le indagini della Guardia di finanza che nei giorni scorsi ha notificato sanzioni di 3-4 mila euro ad alcune farmacie che ora intendono presentare ricorso. Il reato contestato riguarda alcune irregolarità sui rimborsi dei farmaci Pht di cui le farmacie si sarebbero rifornite direttamente dalle case farmaceutiche, piuttosto che dai depositi approvvigionati della Asl, come previsto da un accordo con la Regione Puglia firmato nel 2008, provocando così danni economici alle casse regionali. Ma secondo Federfarma, l’intera categoria è stata messa alla sbarra per «errori umani, comprovati dal numero irrisorio di ricette» che «esclude il dolo perché la truffa, per riuscire, avrebbe dovuto mettere in piedi un''associazione a delinquere insieme ad Asl ed organismi di controllo». Inoltre, ha ribadito Federfarma, aggirare i controlli è «un’impresa impossibile»: le ricette seguono un percorso obbligato, passano sotto il controllo della Società  Svimservice, e poi vengono mandate alla Asl per le verifiche mensili e quindi ad una commissione tecnica di vigilanza. E infatti, è stato riferito in conferenza stampa, le eventuali sviste sono state rispedite alla farmacia che è stata chiamata a rimborsare l''errore il mese successivo. Inoltre, per le ricette erroneamente sprovviste di un allegato, che provava l''assenza del farmaco in magazzino, la Asl si era già fatta restituire il rimborso dalle farmacie coinvolte. Errori simili, ha concluso infine, Federfarma, possono accadere: «Ci sono farmaci che passano in fretta nell''elenco pht, prima ancora che il computer della farmacia venga aggiornato. Se l''esercente non se ne accorge in tempo, peggio per lui. Il medicinale non otterrà  il rimborso».

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