Politica e Sanità
21 Marzo 2013Si chiama Pharmaceutical care il modello di farmacia dei servizi, già in uso in numerosi Paesi europei e sperimentato in quattro provincie italiane, che punta a offrire servizi pensati “su misura” del paziente e la presa in carico della sua patologia, garantendo il contenimento della spesa sanitaria. Sono questi gli aspetti salienti della nuova frontiera verso cui potrebbero orientarsi le farmacie, presentata in un incontro organizzato da Maria Pia Orrù presidente Federfarma Cagliari, che è stata sperimentata in un progetto pilota sull’asma in 80 farmacie italiane per un totale di 900 pazienti. «La fase pilota è stata portata a termine» spiega Orrù «ora attendiamo i dati su quanto è possibile risparmiare in termini di costi sanitari e se saranno positivi, già da settembre il progetto si potrà estendere a tutte le farmacie italiane e si potrà iniziare a ragionare anche su un modello di remunerazione. I dati attualmente disponibili riguardano esperienze all’estero e sono molto favorevoli su quanto sia possibile risparmiare evitando gli sprechi causati dalla non aderenza alla terapia che invece può essere migliorata e sostenuta con la presa in carico del paziente da parte di un farmacista formato ad hoc». Secondo Orrù, questa è «una sfida che le farmacie devono cogliere come opportunità» poiché, aggiunge, ci si trova a un bivio in cui «è indispensabile cambiare rotta, ampliare il pacchetto dei servizi e aprire una collaborazione fattiva e costante tra i farmacisti e i medici di medicina generale». A partire dal 2008, ha spiegato durante l’incontro Andrea Manfrin, clinical lecturer in Pharmacy practice alla school of pharmacy della University of Kent, si è registrata una «drastica contrazione del business». «Le perdite oggi» ha aggiunto l’esperto «si possono recuperare attraverso le nuove opportunità offerte dalle terapie personalizzate, una sorta di vestito “su misura”. Bisogna uscire dall’idea della consegna del farmaco come potrebbe avvenire nella grande distribuzione e offrire pacchetti legati alla fornitura di servizi». E tornando sul tema dell’aderenza ha concluso: «Il farmacista deve aiutare il paziente a prendere meglio le medicine e questo permette anche di ridurre i costi sanitari. In molti Paesi extraeuropei si utilizza il dossier paziente per monitorare la qualità degli interventi. Bisogna recuperare l’approccio paziente-centrico e ottimizzare le necessità terapeutiche».
Simona Zazzetta
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