Politica e Sanità
17 Maggio 2013Il dibattito su quale sia la modalità di distribuzione dei farmaci più conveniente per il Servizio sanitario nazionale non accenna a fermarsi. Ad aggiungere carne al fuoco è la Sifo che rende noti i risultati di uno studio svolto in Piemonte, dal quale emergerebbe come la distribuzione diretta sia meno costosa di quella per conto. Un risultato in chiara opposizione al convincimento più volte ribadito da Federfarma che la distribuzione per conto (dpc) sia la modalità «più agevole per il malato e la sua famiglia e meno costosa per il Ssn». L’analisi condotta da Claudio Jommi, Professore associato presso l’Università del Piemonte Orientale e Responsabile dell’Osservatorio Farmaci del Cergas Bocconi e svolta presso l’Ospedale Molinette di Torino, ha preso in considerazione i costi delle distribuzione diretta e ha effettuato una stima del costo che si sarebbe avuto se fossero stati adottati altri sistemi di distribuzione. I risultati, resi noti dalla Sifo in una nota, evidenziano come il costo organizzativo della diretta per confezione distribuita abbia un valore di poco superiore ai 2 euro, decisamente inferiore a quello della dpc, anche considerando, sottolinea la nota Sifo, la quota fissa prevista per ogni confezione dispensata dal farmacista che, dall’ultimo accordo regionale piemontese, risulta intorno ai 6 euro. L’autore dello studio, Claudio Jommi, parla di «costi organizzativi piuttosto contenuti» grazie alla distribuzione diretta, ma fa anche alcune precisazioni. «La riforma del sistema di remunerazione delle farmacie aperte al pubblico, potrebbe modificare in futuro il giudizio di convenienza della distribuzione diretta» e «i costi a carico del Ssn non possono rappresentare l''unico driver delle scelte strategiche aziendali: l''accesso, l''appropriatezza, i costi non sostenuti dal Ssn, il giudizio di convenienza relativa rispetto alle più generali relazioni con i portatori di interesse (dalle imprese, alle farmacie aperte al pubblico, ai pazienti) sono altri fattori da non trascurare in tali scelte e rispetto ai quali è rilevante valutare in termini comparativi le diverse scelte distributive». Stime di questo tipo, comunque, conclude l’economista, sono fondamentali ed «è importante che tali dati vengano analizzati e discussi per poter prendere decisioni più razionali, sostenibili e che valorizzino le diverse professioni nel Ssn». Soddisfatta dello studio Laura Fabrizio, presidente Sifo «poiché la realtà analizzata è significativa a livello nazionale e per la prima volta ci troviamo di fronte alla possibilità di ipotizzare con delle simulazioni molto accurate, soluzioni che aiutano il Ssn a effettuare dei risparmi a livello di spesa farmaceutica. Come Sifo» conclude Fabrizio «riteniamo l’argomento così importante da aver avviato uno studio più ampio, che vada a verificare a livello globale la migliore soluzione distributiva dei farmaci in Italia.
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