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Politica e Sanità

15 Novembre 2011

AssoGenerici risponde a Farmindustria


AssoGenerici interviene sulle ultime dichiarazioni di Farmindustria, per precisare che il ricorso agli sconti non riguarda solo i generici ma, come ha giustamente rilevato l’Assessore Rossi nel suo esposto, tutti i farmaci “off patent”, che � come è noto - non sono solo generici. “A riprova di ciò � afferma Giorgio Foresti, Presidente di AssoGenerici � ci sono i numeri; l’assessore Rossi dichiara infatti una perdita per il SSN di un miliardo, su un fatturato di 4 miliardi di euro che corrisponde al mercato degli off-patent”. “Ricordo a tutti - prosegue Foresti - che AssoGenerici ha sollevato il problema della scontistica sia con l’Antitrust all’inizio di aprile, sia ben prima, al tavolo di lavoro istituito dal Ministero della Salute nello scorso autunno. Questo per far capire che il fenomeno sconti riguarda tutto il sistema farmaci, non solo i generici, e che vanno trovate soluzioni complessive che permettano uno sviluppo equilibrato di tutte le componenti del mercato e il rispetto delle esigenze di tutte le parti coinvolte. A tale proposito, vorrei rivolgere a Farmindustria la richiesta di non reiterare le dichiarazioni strumentali sulla qualità del generico, come ancora ieri ha fatto il Vicepresidente. La qualità del generico non può più essere messa in discussione con affermazioni arbitrarie e prive di fondamento, che mirano solo a difendere rendite di posizione ormai insostenibili. I principi attivi, che secondo il Vicepresidente di Farmindustria arrivano da Paesi sconosciuti, sono controllati e autorizzati dalle Autorità europee e italiane e, solo a valle delle autorizzazioni, sono utilizzati tanto dalle aziende di farmaci equivalenti, quanto dalle aziende di farmaci di marca. Per ciò che riguarda la ricerca e le preoccupazioni del Vicepresidente, sottolineo come, a nostro parere, proprio il risparmio che il farmaco generico garantisce al sistema dovrebbe essere reinvestito nel comparto per stimolare lo sviluppo e lo studio di molecole che ancora molto possono offrire alla cura dei pazienti italiani. Infine mi preme sottolineare come i Paesi con la più alta concentrazione di industrie farmaceutiche e con il più alto tasso di investimenti in ricerca - come Stati Uniti, Germania e Inghilterra - guarda caso, sono anche i Paesi nei quali la quota di mercato dei generici è tra le più alte al mondo e dove l’ingresso del primo farmaco generico risale a oltre 35 anni fa. Sarebbe altresì più giusto chiedersi come mai, nel resto del mondo, quando le molecole scadono di brevetto, i consumi aumentano in modo molto significativo mentre in Italia avviene il fenomeno opposto e i consumi crollano”.

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