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Politica e Sanità

31 Maggio 2013

Molise: titolari pronti alla serrata. Oggi si decidono le date


Si decideranno oggi le date e le modalità di comunicazione dello stato di agitazione delle farmacie molisane già deliberato lo scorso 17 maggio. «Nell’assemblea» spiega Luigi Sauro, presidente di Federfarma Molise «verrà definita la programmazione dei tre giorni di serrata, uno più due, con un intervallo di 10 giorni. Inoltre, si deciderà come e quando avvertire le parti come richiede la normativa». Obiettivo dell’iniziativa, conferma Sauro, è la protesta contro il provvedimento adottato dall’Azienda sanitaria unica del Molise che da novembre ha appaltato la distribuzione diretta dell’ossigeno, liquido e gassoso, a un’impresa che garantirà anche la consegna a domicilio in tutta la regione. «È una questione di vitale importanza» spiega Sauro «per diverse ragioni. La realtà molisana è molto complessa, ci sono Comuni molto piccoli con meno di 500 abitanti e durante l’inverno per la presenza di neve può essere difficoltoso raggiungerli per portare a domicilio l’ossigeno e a quel punto, sulle emergenze, dovrebbero intervenire le farmacie. Ma non facciamo la ruota di scorta: l’ossigeno gassoso è un salvavita, non si può toglierne la distribuzione alle farmacie. È una farmaco come gli altri da tenere in farmacia. Se ce lo tolgono ora, c’è da pensare che lo faranno anche con altri farmaci». Inoltre, esiste anche un altro aspetto professionale: «Non è ammissibile che i farmacisti debbano rispondere a ispezioni, mentre poi si consente a chiunque di fornire l’ossigeno ai pazienti». E se l’obiettivo della Regione è di risparmiare, conclude Sauro, «e di rispettare il tetto di spesa dell’11,35%, non è con l’ossigeno che ci riuscirà, forse con l’ossigeno liquido si può razionalizzare la spesa ma con quella gassoso non è realizzabile mentre si penalizza l’utenza che rischia di non vedersi garantire il servizio di consegna. Nella nostra regione, peraltro, la spesa farmaceutica territoriale è l’unica a non essere “in rosso” quindi, perché andare a colpire proprio questo servizio, in una realtà complessa dove ci sono farmacie che operano in comuni molto piccoli sotto i 1.000 e i 500 abitanti? Se esiste una volontà di andare in questa direzione noi vogliamo saperlo».

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