Politica e Sanità
02 Luglio 2013La delibera sulla rimodulazione dei tickets sui farmaci decisa dalla Regione Basilicata è sbagliata nel metodo e nella sostanza. A esprimere così la propria «netta contrarietà» sono Franco Caiazza di Federfarma e Antonio Santangelo di Fimmg Basilicata. La norma, secondo i due rappresentanti di categoria, in vigore da ieri, introduce un cambiamento che «avrebbe avuto bisogno di un maggior coinvolgimento, del tutto assente, delle categorie professionali su cui vengono scaricate dall’oggi al domani il peso di dover fronteggiare cittadini del tutto disorientati dall’introduzione delle nuove norme». In una nota congiunta i due sindacati sottolineano le criticità organizzative di questa decisione, in primo luogo quella di renderla effettiva di lunedì, «notoriamente giorno di pieno caos negli studi medici e nelle farmacie». Ciò comporta «spiegare al cittadino di turno che l’esenzione Isee, valida fino al giorno prima, ha perso la sua validità dopo che per due volte nel corso di questi anni essa è stata prorogata automaticamente dalla regione». Inoltre, aggiungono, esiste un problema di alfabetizzazione fiscale: «La cosa più grave e foriera di vere e proprie conflittualità fra medico, farmacista e cittadino sarà spiegare all’incauto cittadino che è compito suo dichiarare se il suo reddito familiare è inferiore o superiore alla fatidica soglia di € 8.263,31 incrementato poi a seconda della composizione del proprio nucleo familiare». Entrando poi nel merito spiegano che con la rimodulazione «sparisce la categoria Isa, che fino a ora includeva i cittadini con un’Isee inferiore a 14.000 euro, che non pagava alcun ticket». Il provvedimento regionale, secondo Federfarma e Fimmg, «è stato indotto dalla necessità da parte regionale di giustificare l’abolizione del superticket sulla specialistica ambulatoriale», in pratica «per tutelare un diritto alla salute, cioè quello di ricorrere agli accertamenti specialistici (senza aggravi eccessivi), che sia pur importante rimane una necessità di pochi, si è scelto di penalizzare il ricorso a un bene fondamentale quale è il farmaco, che sicuramente è una necessità di molti.
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