Politica e Sanità

17 Luglio 2013

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Le misure di austerità stanno impattando negativamente sulla salute dei pazienti. Lo denunciano i farmacisti ospedalieri della European association of hospital pharmacists (Eahp), preoccupati soprattutto per l’aumento delle aspettative riversate sui pazienti perché paghino direttamente i medicinali, l’imprevista ricaduta che il taglio dei costi nazionali ha avuto in termini di riduzione delle scorte dei farmaci, la riduzione del personale in ospedale; le minori opportunità di addestramento e sviluppo professionale, la diminuzione degli investimenti nelle aree di rafforzamento della sicurezza per i pazienti. I membri dell’Eahp hanno chiesto alla Commissione europea di intervenire per sollecitare una ampia collaborazione tra i governi per ridurre gli effetti dell’austerità, in virtù di quanto stabilito dall’articolo 168 del Trattato sul funzionamento dell’unione europea (Treaty on the functioning of the european union). «I farmacisti ospedalieri» ha commentato Roberto Frontini, presidente Eahp «per la natura della loro professione, sono ben sintonizzati nel cogliere i rischi per la salute dei pazienti. Così ora che l’impatto della stretta sulla spesa pubblica è dolorosamente ricaduto su tutti i principali stati europei, chiediamo maggior cautela e consapevolezza ai decisori politici nell’approccio alla salute. Troppo progressi sono stati raggiunti nei decenni passati per gettare tutto tra i rifiuti nel nome di una risoluzione macro-economica. Occorre una analisi equilibrata delle implicazioni per la sicurezza di tutte le scelte, così come dell’impatto che avrebbero sulla sostenibilità dei servizi sanitari. La Commissione europea può fornire un supporto dal valore significativo se si attribuisce un ruolo proattivo nell’aiutare gli stati membri a superare le attuali sfide finanziarie ai sistemi sanitari. In definitiva noi tutti abbiamo il dovere di assicurare che non siano i malati e i più vulnerabili a pagare il prezzo dell’austerità».