Politica e Sanità
17 Settembre 2013C’è preoccupazione tra i farmacisti trentini, per la costituzione di Aggregazioni funzionali territoriali (Aft), oggetto del recente accordo siglato da assessore alla salute, da Azienda provinciale per i servizi sanitari e i sindacati dei medici di medicina generale. A dirlo è Giuseppe Campagnola, presidente provinciale dei titolari di farmacia di Trento: «C’è preoccupazione da parte nostra per aspetti che riguardano la territorialità e per l’impatto che avrà sulle farmacie» sottolinea. L’accordo prevede la costituzione aggregazioni costituite da tutti i medici di assistenza primaria e dai medici di continuità assistenziale di una data zona, che assicureranno attività ambulatoriale in un''sede unica di riferimento, messa a disposizione dall''azienda sanitaria, riconoscibile da tutta la popolazione, nella quale sarà garantita la continuità dell''assistenza, a regime, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Entro il primo gennaio 2017 dovranno essere attivate e funzionanti tutte le Aft, circa 25. «L’impatto sulla farmacia è evidente» commenta Campagnola «con una concentrazione di 15 medici in un ambulatorio, ci sarà una affluenza sbilanciata di utenti nella farmacia più prossima alla struttura rispetto a quelle più distanti». E poi c’è un territorio particolare da coprire: «A parte Trento, la Valle dell’Adige e centri urbani più grandi, molti paesi sono in montagna, in alcuni casi abitati da mille persone» osserva Campagnola «finora c’è sempre stata una grande attenzione alla territorialità, quindi, attendiamo di vedere le suddivisioni territoriali che verranno definite nei prossimi tre mesi per capire come sarà organizzato il servizio. Ma alcune perplessità ci sono già, bisognerà capire, per esempio, come si fa a fare aggregazioni di 15 medici con 20mila abitanti? Che distanza dovranno percorrere per raggiungere il servizio?». Resta infine da chiarire, conclude il presidente Federfarma Trento, «come pensano di far convivere, come dicono di voler fare, le nuove aggregazioni territoriali con gli ambulatori dei medici di famiglia».
Simona Zazzetta
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