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Politica e Sanità

08 Ottobre 2013

Omeopatici a rischio scomparsa: troppo elevati costi registrazione


Cure complementari a rischio, se non si interverrà riducendo la nuova tassa per la registrazione dei farmaci naturali, che la normativa prevista dal decreto Balduzzi richiede a produttori e importatori. E la prima tranche di domande da presentare all’Aifa è scadenzata proprio a partire dal mese di ottobre. Per ottenere l’Aic sarebbe necessario, secondo stime delle associazioni, il pagamento di una somma pari a circa 20.000 euro a farmaco a fronte dei 31 precedenti, con un rincaro di circa 700 volte. Le imprese parlano di una "tassa sproporzionata" rispetto alla realtà economica del settore, che dimezzerà il fatturato e metterà a rischio, oltre a migliaia di posti di lavoro, anche la produzione di alcuni farmaci meno utilizzati, quelli per i quali gli oneri di autorizzazione alla commercializzazione sarebbero maggiori dei guadagni derivanti dalle vendite. E così, dopo le iniziative dei mesi scorsi (la Siomi ha inviato una lettera al ministro della Salute, le aziende hanno fatto ricorso al Tar e il comitato Difendiamo l''Omeopatia ha avviato una raccolta firme per chiedere di cambiare le norme in vigore) le associazioni di medici omeopati, antroposofi e dei pazienti si sono di nuovo mobilitate con una lettera aperta al ministro della Salute, alle forze politiche e al Governo italiano, proponendo di: “unificare i costi di registrazione dei medicinali unitari al singolo ceppo per tutte le forme farmaceutiche, tenendo anche presente i costi di registrazione già applicati in altre nazione europee; prevedere delle registrazioni per fasce differenziate, adeguando i costi al reale volume di vendita dei medicinali; riconoscere alle ditte la facoltà di approntare preparazioni magistrali senza obbligo di deposito di campioni, come avveniva in passato, senza che si sia mai verificato alcun danno ai pazienti e come avviene tutt''ora in altre nazioni europee”. L’appello contenuto nella missiva è che “l''intera materia venga urgentemente riconsiderata con adeguata sensibilità, apportando al tariffario le appropriate modifiche indispensabili alla sopravvivenza dell''intero settore italiano coinvolto”.

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