Politica e Sanità
17 Ottobre 2013Apprezzamento ma soprattutto un respiro di sollievo. E poi la volontà di andare avanti per riqualificare il servizio sanitario ed evitare la minaccia di ulteriori interventi. È unanime la reazione alla notizia che la legge Stabilità, uscita dal consiglio dei Ministri di martedì, non prevede tagli alla sanità. «È la premessa per riqualificare la spesa senza mortificare ulteriormente i cittadini, gli operatori sanitari e il comparto produttivo» è il commento di Andrea Mandelli, presidente Fofi. «Dopo decenni in cui la sanità italiana e in particolare l’assistenza farmaceutica sono stati oggetto di tagli lineari, il fatto che questa volta si sia scelta un’altra via è senz’altro un elemento positivo. Tutto questo non significa però che sulla sanità non si debba intervenire, non per ridurre una spesa che ci vede già oggi al di sotto di Francia, Germania e Gran Bretagna, ma per ottimizzare l’impiego di queste risorse». «Aver evitato nuove e pesanti penalizzazioni» concorda Annarosa Racca, presidente Federfarma, «è un risultato politico importante. Infatti ora sarà possibile aprire un confronto tra istituzioni e farmacie sullo sviluppo del settore farmaceutico e sul ruolo che le farmacie stesse, in sinergia con i medici di medicina generale, possono assumere nel processo di potenziamento delle cure primarie. Garantiremo tutta la nostra disponibilità al Governo e alle Regioni per favorire una razionalizzazione del sistema che permetta di ottenere risultati strutturali in termini di trasparenza, contenimento dei costi e miglioramento del servizio». Finalmente, aggiunge Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi, è stato «compreso che il problema della sostenibilità del sistema sanitario pubblico non va affrontato nella legge di Stabilità», ma «sul tavolo della negoziazione del Patto per la Salute con le Regioni». Adesso «diamo la nostra disponibilità per realizzare la piena attuazione dei Leaf, ossia i livelli essenziali di assistenza farmaceutica». Plauso anche dall’industria: per Massimo Scaccabarozzi, presidente Farmindustria questo settore è stato «riconosciuto come un asset industriale e ad alta tecnologia strategico per il rilancio dell''economia e del Paese. Per la prima volta, dopo le undici misure degli ultimi sei anni per quindici miliardi di euro, una manovra finanziaria non va a reperire le risorse dalla farmaceutica per coprire i buchi di altre voci della spesa».
Francesca Giani
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