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Politica e Sanità

15 Novembre 2011

Quanto vale l’indotto del farmaco


Dal blister alla fiala, dal foglietto illustrativo all''etichetta, dal materiale da imballaggio a tutti i macchinari per ottenere il farmaco. A monte della confenzione c''è un business da 11,18 miliardi di euro l''anno

 

Un indotto articolato che occupa 61.065 addetti, determina un valore aggiunto di 3,5 miliardi, investe 460 milioni di euro e vanta un monte salari pari a 1,29 miliardi. Oltre a una spiccata propensione all''export e all''innovazione. La prima fotografia del settore arriva dall''Osservatorio economico Pharmintech, emanazione dell''omonima manifestazione fieristica organizzata da Ipack-Ima SpA. L''Osservatorio, sostenuto anche da Farmindustria, ha presentato oggi a Milano il suo primo rapporto ''Analisi economico-statistica dell''indotto farmaceutico''. Autore l''economista del CERIS-CNR Giampaolo Vitali, segretario del Gruppo economisti di impresa, docente all''università di Torino e responsabile scientifico dell''Osservatorio. Al suo fianco, nell''incontro milanese, il vice presidente di Farmindustria, Daniel Lapeyre, e l''amministratore delegato di Ipack-Ima, Guido Corbella. Il documento punta i riflettori su un comparto vitale, ma ancora poco noto. La cui varietà rispecchia "la grande complessità delle produzioni farmaceutiche sotto il profilo tecnologico", spiega Vitali. Il ricorso al decentramento produttivo e all''outsourcing dei servizi "ha dato vita a vaste catene di subfornitura", aggiunge l''esperto. Un''affollata galassia in cui operano "imprese anche molto distanti fra loro". Rientrano infatti nell''indotto a monte del farmaco gli impianti per il processo e il confezionamento dei medicinali, ma anche tutte le materie prime diverse dal principio attivo, i materiali per imballaggio, le informazioni che accompagnano il prodotto e i servizi: di ricerca, di automazione industriale, di manutenzione, di contoterzismo e di attività regolatoria finalizzata a ''vestire'' un farmaco nel totale rispetto dei rigidi standard imposti dalle agenzie internazionali. Calcolando l''impatto economico generato dall''indotto che precede il prodotto finito, evidenzia Vitali, il ''peso'' del settore farmaceutico in Italia aumenta ulteriormente: gli addetti del Pharma, uniti a quelli delle aziende a monte del medicinale finito, salgono infatti a 134.765; il valore della produzione cresce a 33,428 miliardi di euro l''anno, il valore aggiunto a 10,32 miliardi, il monte salari a 5,447 miliardi e gli investimenti a 1,535 miliardi. Non solo. I numeri chiave dell''indotto ''mappato'' dall''Osservatorio Pharmintech, pur restando inferiori a quelli dell''industria farmaceutica in senso stretto, superano quelli medi dell''industria manifatturiera generale: più valore aggiunto per addetto (54.284 euro contro 47.950), salari più alti (24.775 euro per addetto contro 20.950), maggiori investimenti (8.218 euro per addetto contro 6.483) e maggiori esportazioni (97.108 euro per addetto contro 67.062). Guardando alla filiera farmaco nel suo complesso, insomma, se le aziende produttrici dei medicinali sono la ''locomotiva'', le imprese dell''indotto moltiplicano i ''vagoni'' trainati. "Un comparto industriale d''eccellenza che siamo fieri di poter monitorare attraverso l''Osservatorio - commenta Corbella - e di pari passo con l''organizzazione di Pharmintech", tradizionale ''vetrina'' che "rappresenta un momento di massima visibilità internazionale aggregata per l''indotto farmaceutico italiano. Il lavoro svolto dall''Osservatorio esalta la nostra mission fieristica - conclude l''ad - ci pone a diretto contatto come interlocutori della business community di settore e fornisce un quadro completo e dettagliato del mercato di riferimento". L''opera dell''Osservatorio non finisce qui. Tra gennaio e febbraio sarà pronto infatti il primo report congiunturale, una ''istantanea'' sull''evoluzione dell''indotto.

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