Politica e Sanità
31 Ottobre 2013Ritirare le ricette dal medico e i farmaci in farmacia, per poi consegnarli al cittadino che ha fatto richiesta del servizio. Questo è il modus operandi proposto su abbonamento da Farexpress, società privata con sedi in numerose provincie italiane, ma che secondo Federfarma dovrebbe attivarsi solo in casi particolari e non come sistema sostitutivo di distribuzione del farmaco. «Sottoscrivendo l’abbonamento» spiega Alessandro Basso, amministratore delegato dell’azienda «e pagando a seconda dell’urgenza di consegna richiesta da 0,50 a 5 euro, il cittadino dà a noi la delega per rappresentarlo al banco della farmacia e dà indicazioni nel contratto sulla farmacia di riferimento a cui noi siamo sempre obbligati a rivolgerci per il ritiro dei medicinali. E grazie allo scontrino fiscale c’è garanzia della tracciabilità delle operazioni eseguite». E aggiunge: «In un sistema in cui la farmacia resta il punto di riferimento, noi siamo come il familiare che va a ritirare il farmaco al posto del malato, prevalentemente cronico, che non può muoversi da casa e che comunica eventuali problemi associati alla terapia. Offriamo servizi nel libero mercato, laddove la farmacia può offrire gratuitamente solo in parte, e su funzioni che il farmacista non può svolgere cioè ritirare la ricetta dal medico o consegnare al paziente il farmaco senza ricetta. Per questi motivi la nostra intenzione è cercare sinergie con il mondo della farmacia». Ma secondo Federfarma questo tipo di servizio deve rispondere a esigenze particolari e solo quando il paziente è impossibilitato a raggiungere la farmacia: «In queste circostanze» chiarisce Alfonso Misasi, segretario nazionale del sindacato «le rappresentanze locali sono già invitate ad attivarsi con soluzioni ad hoc e al bisogno, tramite associazioni e volontari. Cosa che nelle realtà rurali peraltro avviene. Siamo favorevoli alla soluzione dei problemi quando si presentano ma non si può pensare a soluzioni che sostituiscano la distribuzione del farmaco operata dal farmacista, per i 6 o 12 mesi della durata dell’abbonamento sottoscritto. Questo significherebbe» conclude «che per tutto quel periodo il paziente non è visitato dal medico e né lui né chi lo assiste incontra il farmacista, figura insostituibile nel ruolo di monitoraggio della compliance alla terapia e agli eventuali eventi avversi».
Simona Zazzetta
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