Politica e Sanità
05 Novembre 2013Convenzione nazionale a rischio a favore di accordi regionali e locali. È questa la minaccia che, secondo Federfarma Lazio, si cela nelle prime anticipazioni sulle conclusioni contenute nel Patto per la salute, così come anticipate ai presidente delle Regioni dai gruppi di lavoro per quel che concerne l’ambito farmaceutico. Il punto incriminato sottolinea come vada “rivista la normativa che incarica il ministero della Salute e il ministero dell’Economia della remunerazione delle farmacie territoriali in regime di Ssn. La remunerazione deve essere oggetto di definizione da parte della Sisac, organo deputato al rinnovo degli accordi nazionali unici […] È altresì opportuno una modifica alla legge 405/2001 in modo tale da estendere la possibilità alle Regioni di erogare farmaci attraverso le Farmacie convenzionate pubbliche e private, al di fuori del regime convenzionale”. E se due indizi fanno una prova è chiaro per molti osservatori, Federfarma Lazio in primis, che il coinvolgimento di Sisac e l’esplicito riferimento alla possibilità per le Regioni di erogare farmaci al di fuori del Regime convenzionale, dicono chiaramente quali possano essere le intenzioni del Tavolo tecnico. Discutibile, secondo i titolari del Lazio, anche la proposta di gare regionali in equivalenza terapeutica tra diversi principi attivi che, recita il documento, “hanno ottenuto consistenti risparmi, per effetto dell’aumento della concorrenzialità”. Una proposta che, secondo il presidente della Federfarma laziale Franco Caprino «rappresenterebbe un passo indietro di 40 anni, che ha come unico criterio quello economicistico». Loredano Giorni, responsabile del settore Politiche del farmaco innovazione e appropriatezza della Regione Toscana e coinvolto in un ruolo di primo piano nel gruppo di lavoro, preferisce non commentare, sottolineando come si tratti «di indiscrezioni e di documenti in lavorazione e ancora non disponibili al pubblico». Potrebbero essere significative, peraltro, le dichiarazioni rilasciate dallo stesso Giorni qualche tempo fa a Punto Effe. «Non capisco cosa ci sia di inopportuno nel proporre di creare mercato ottenendo lo stesso prodotto a un prezzo più basso, se ne ho la possibilità» e ancora «non capisco perché un sistema sanitario pubblico, in cui ci sono venti prodotti uguali in composizione e dosaggio e la cui qualità è garantita dall’Aifa, non possa scegliere quello con il costo più basso». Che sia lui il colpevole?
Marco Malagutti
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