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Politica e Sanità

08 Novembre 2013

Patto salute, Sunifar a Governo: più attenzione a uniformità servizio farmaceutico


Maggiore attenzione alla tenuta economica delle rurali e alla capillarità del servizio, riconoscimento della necessità di assicurare una distribuzione del medicinale omogenea su tutto il territorio e dell’esigenza di armonizzare l’indennità di residenza. Sono questi alcuni dei punti trattati nell’incontro tra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri per i Rapporti con il Parlamento, Sabrina De Camillis, e una delegazione del Sunifar, composta dal presidente Alfredo Orlandi, dal vicepresidente, Luigi Sauro, e dal segretario, Roberto Grubissa, in vista del nuovo Patto per la salute. «Un incontro positivo» racconta Orlandi, «in cui il sottosegretario ha mostrato molta disponibilità all’ascolto e una grande attenzione alle farmacie rurali e alle loro problematiche. Nel corso del colloquio c’è stato il pieno riconoscimento dell’importanza dei presidi rurali per garantire il servizio nelle aree più remote, a una fascia di popolazione più debole, composta in particolare da anziani e bambini, e al mantenimento della capillarità della distribuzione del farmaco». Con, di conseguenza, grande «disponibilità a prendere in considerazione il problema della sopravvivenza di presidi che sono sempre più a rischio di tenuta economica e a valorizzare in generale il sistema farmacia. Anche attraverso il riconoscimento dell’importanza della fascia C per la nostra tenuta. Da parte nostra abbiamo espresso timori per le case della salute e ribadito la necessità di una distribuzione del farmaco in farmacia. E posso dire che il vento sta cambiando: è da tanto tempo che portiamo avanti la convinzione che se il paziente si cura a casa il servizio sanitario risparmia e ora finalmente il tema comincia a fare presa». Ribadito anche il no alla possibilità per le regioni di una distribuzione extra convenzione, ventilata nel documento sulla farmaceutica stilato dal gruppo tecnico all’interno dei lavori per il Patto della salute, che settimana scorsa è stato consegnato alla Conferenza dei governatori: «Al di là di questo documento, abbiamo affermato la necessità di un servizio più omogeneo: già adesso ci sono 21 regioni con 21 forme di assistenza, che portano oltretutto a pagare il farmaco in modo diverso. L’esigenza è di tornare a un sistema che permetta di avere norme uguali su tutto il territorio e di riportare la farmaceutica a livello centralizzato». E sul fronte dei farmaci ospedalieri, «le norme perché la distribuzione avvenga in farmacia ci sono ma vengono disattese. Ben venga che per la cura del paziente ricoverato o per quegli assistiti che richiedono un monitoraggio continuo e attento ci sia il farmacista ospedaliero ma questo tipo di assistenza deve essere l’eccezione». Altro tema affrontato l’indennità di residenza: «Il problema va gestito: settimana scorsa abbiamo mandato una lettera a tutti i governatori invitandoli ad arrivare a una cifra sostenibile e uguale per tutti. Abbiamo regioni come l’Emilia Romagna in cui l’indennità non viene aggiornata da trent’anni e che riconoscono 470 euro all’anno e regioni invece come il Molise o l’Abruzzo che riconoscono 15mila euro l’anno».

Francesca Giani

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