Politica e Sanità
19 Novembre 2013Chi ha titolo per sedersi al tavolo delle trattative sindacali in rappresentanza dei titolari di farmacia? Se a livello nazionale la risposta è semplice, il quesito si pone quando si va alla trattativa con le Istituzioni locali, alla luce delle recenti trasformazioni del panorama sindacale, che hanno visto la nascita di una nuova rappresentanza a Treviso. Una nuova realtà sindacale locale che fa il pari con preesistenti sindacati minori a livello provinciale, come la Ascom di Bologna. Sul tema, ha di recente preso posizione Federfarma Emilia Romagna e a cascata Federfarma Bologna. L’associazione regionale, recependo le indicazioni della Federazione nazionale sull’opportunità di partecipazione di sigle sindacali non firmatarie dell’Accordo collettivo nazionale, ha deliberato, lo scorso 4 novembre, che «le associazioni provinciali non potranno sedersi ai tavoli con rappresentanze minori delle farmacie». A sua volta, Federfarma Bologna ha comunicato alle associate che «condurrà trattative con le istituzioni locali solo singolarmente o insieme alla rappresentanza delle farmacie Comunali». Secondo Domenico Dal Re, presidente regionale di Federfama «è stato solo ribadito l’ovvio, come peraltro definito dalla legge». Il riferimento normativo è al decreto legislativo n. 502/92 che stabilisce che «il rapporto con le farmacie pubbliche e private è disciplinato da convenzioni di durata triennale conformi agli accordi collettivi nazionali stipulati a norma dell''articolo 4, comma 9, della legge 30 dicembre 1991, n. 412, con le organizzazioni sindacali di categoria maggiormente rappresentative in campo nazionale». Nelle trattative sindacali, chiarisce Alfredo Misasi, segretario di Federfarma nazionale «è norma consolidata che sia la controparte che convoca il tavolo, in questo caso l’istituzione locale, a riconoscere la rappresentatività di una sigla. Sarà quindi l’istituzione a convocare gli interlocutori con cui vuole entrare in trattativa ma non può obbligare tutti a sedersi al tavolo. La Federazione nazionale accetta la decisione dell’Emilia Romagna e di Bologna in quanto legittimate da una delibera condivisa dai colleghi, decisione che sicuramente potrebbe valere anche a Treviso vista la recente scelta di uscire dal sindacato nazionale». Ipotesi colta anche da Franco Gariboldi Muschietti, presidente di Farmacieunite, nuovo sindacato nato a Treviso e provincia, secondo il quale «la delibera dell’Emilia Romagna potrebbe essere un messaggio per noi». E aggiunge: «Per il momento ci siamo accreditati presso tutti gli enti e abbiamo già avuto confronti formali importanti a livello regionale, discutendo di temi come la ricetta elettronica, la web care o i presidi per diabetici. Se si dovesse limitare il nostro raggio d’azione sarebbe un fatto inaccettabile, al quale risponderemmo in modo forte e chiaro».
Simona Zazzetta
Marco Malagutti
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