Politica e Sanità
21 Novembre 2013Colloqui con il farmacista poco dopo la dimissione dall’ospedale, confronto tra farmacista e medico curante, informazioni fornite al paziente e messaggi vocali che ricordano i farmaci da prendere. Sono queste le componenti di un nuovo approccio che, secondo quanto pubblicato da Michael P. Ho e colleghi sulla rivista JAMA Internal Medicine può aiutare i pazienti con problemi cardiovascolari a seguire i trattamenti prescritti anche dopo le dimissioni dall’ospedale. «Seguire le prescrizioni dei medici una volta tornati a casa dall’ospedale è fondamentale per ridurre la mortalità a breve e lungo termine in questi pazienti, ma oggi è un traguardo raggiunto solo da pochi pazienti» afferma il ricercatore del Dipartimento di Medicina del Denver VA Medical Center di Denver, negli Stati Uniti. Secondo i dati oggi disponibili, infatti, dopo appena un mese dalle dimissioni circa un paziente su tre ha smesso di prendere almeno uno dei farmaci cardioprotettivi che gli erano stati prescritti e dopo un anno solo il 60% dei pazienti continua a prendere le statine. Prendendo spunto da questa situazione, Ho e colleghi hanno analizzato gli effetti di un trattamento multifattoriale sull’aderenza al trattamento di circa 250 partecipanti provenienti da 4 diversi centri statunitensi dopo il ricovero per sindrome coronarica acuta. Come spiegano gli autori, in questo programma il farmacista riveste un ruolo importante: parla direttamente o via telefono con il paziente entro 10 giorni dalla dimissione per spiegare le caratteristiche dei farmaci prescritti e mantiene uno stretto contatto con il medico curante, sia esso medico di base o cardiologo. Bisogna anche “educare” il paziente, fornendo tutte le informazioni utili e utilizzare messaggi vocali che ricordano il percorso terapeutico da seguire. «Questo approccio, che costa circa 360 dollari all’anno per singolo paziente, migliora l’aderenza al trattamento, ma non il raggiungimento di alcuni obiettivi importanti come un corretto livello di pressione sanguigna e di colesterolo Ldl» spiega l’autore. «I risultati sono incoraggianti, ma prima di investire a livello nazionale in questo tipo di strategia è necessario vedere miglioramenti anche negli esiti finali e non solo nell’aderenza al trattamento» conclude Rita F. Redberg, editor della rivista, in un editoriale di commento.
JAMA Intern Med. Published online November 18, 2013
Se l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
Oppure rimani sempre aggiornato in ambito farmaceutico iscrivendoti alla nostra newsletter!
POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE
28/12/2019
Per contrastare la compravendita illegale di farmaci per uso veterinario il Ministero sta studiando un logo, un bollino di qualità sulla falsa riga di quanto fatto per le farmaciePer...
27/12/2019
La Commissione europea ha approvato upadacitinib (Rinvoq) per il trattamento dell'artrite reumatoide attiva di grado da moderato a severoLa Commissione europea ha approvato upadacitinib (Rinvoq) per...
27/12/2019
Solo il 2% delle farmaciste donne possiede una farmacia nonostante rappresentino il 62% della forza lavoro, è quanto emerge dal sondaggio "Survey of registered pharmacy professionals 2019" del...
A cura di Lara Figini
27/12/2019
Acquistare i farmaci su internet attraverso siti non autorizzati è un fenomeno in continua crescita e l'unica arma per contrastarlo resta l'educazione sanitaria e l'orientamento dei cittadini...
©2025 Edra S.p.a | www.edraspa.it | P.iva 08056040960 | Tel. 02/881841 | Sede legale: Via Spadolini, 7 - 20141 Milano (Italy)