Politica e Sanità
10 Dicembre 2013Non ci sono differenze significative tra generici e brand in termini di compliance, persistenza e ospedalizzazione. Sono questi i risultati preliminari di uno studio osservazionale, realizzato con il contributo di Doc Generici, presentato ieri a Milano in conferenza stampa. Lo studio ha preso in esame sei molecole specifiche per altrettante aree terapeutiche (dislipidemia, ipertensione, cardiologia, psichiatria, osteoporosi e diabetologia), per arrivare a concludere che tra le due tipologie di farmaco c'è totale sovrapponibilità. Con un punto a favore dei generici che garantiscono risparmi significativi. L'analisi retrospettiva è stata effettuata sui database amministrativi relativi a oltre 350.000 pazienti appartenenti a 5 Asl lombarde (Bergamo, Lecco, Milano città, Milano 2-Melegnano, Pavia) nel periodo compreso tra il 2008 e il 2011. L'età media dei pazienti coinvolti è di 68 anni e gli outcome considerati sono aderenza e persistenza in terapia, mortalità, consumo di risorse e altri health costs, come ospedalizzazioni e visite specialistiche. «I dati preliminari» spiega Enrico Agabiti Rosei, direttore della Clinica medica dell'Università di Brescia e Direttore del Dipartimento di Medicina interna dell'Azienda Spedali Civili di Brescia, uno degli specialisti coinvolti «dimostrano sostanziali uguaglianze in aderenza e persistenza terapeutica, ospedalizzazioni, ricorso a visita ambulatoriale per quanto riguarda l'utilizzo di un calcio antagonista (amlodipina) generico e uno di marca in circa 120.000 pazienti». E risultati analoghi sono stati riscontrati nelle altre specialità prese in esame con simvastatina per le dislipidemie, propafenone nell'area cardiovascolare, sertralina in psichiatria, alendronato nell'osteoporosi e, infine, metformina in diabetologia. Ma al di là degli aspetti clinici ci sono anche aspetti farmacoeconomici degni di nota come sottolinea Giorgio Colombo, Dipartimento di Scienze del farmaco, Università degli Studi di Pavia. «Il farmaco generico a brevetto scaduto può portare a un aumento dell'efficienza dei sistemi sanitari e può aumentare la proporzione della popolazione che beneficia di una copertura sanitaria». Per questo gli esperti convenuti auspicano un maggior ricorso ai generici nel nostro Paese visto che, conclude il farmacoeconomista «in Italia il consumo del farmaco equivalente puro è il 15% del mercato mentre negli altri paesi europei è pari al 60%-80% del mercato».
Marco Malagutti
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