Politica e Sanità
10 Dicembre 2013Il secondo sciopero in 58 anni di attività per le farmacie comunali di Sesto San Giovanni, che ieri hanno protestato contro il piano industriale dell’Amministrazione comunale che prevede la trasformazione dell’azienda in Srl e, per i 37 dipendenti, il passaggio dal contratto per gli enti locali a quello Assofarm «molto più penalizzante». L’Azienda ha infatti un buco, secondo gli ultimi dati, di circa due milioni di euro, creato in pochi anni, e un bilancio 2012 da riscrivere, in quanto è stata riscontrata, da una perizia, «una significativa differenza tra scritture e riscontri di realtà». La politica industriale, che dovrebbe ripianare la situazione, era stata illustrata a fine novembre e, secondo quanto si apprende dalla stampa locale, prevede «la trasformazione dell''azienda speciale in società a responsabilità limitata, con la soppressione del consiglio di amministrazione e l''introduzione di una figura manageriale unica. In fase iniziale il capitale sarà completamente pubblico, poi non si esclude di aprire a nuovi soci, anche se il Comune manterrà la maggioranza assoluta». Un piano che non va giù ai dipendenti, che invece denunciano «anni di cattiva gestione aziendale e di mancato controllo sia da parte dell’Amministrazione comunale sia dei revisori contabili che hanno contribuito alla stesura dei bilanci degli anni passati. Bilanci, vogliamo ricordarlo, regolarmente approvati dal Consiglio comunale», e in cui sarebbero state «mascherate le massicce perdite». Già nella mattinata di ieri il sindaco di Sesto, Monica Chittò, ha incontrato i rappresentanti sindacali e i lavoratori. «Il dissesto economico dell’azienda» ha dichiarato il sindaco «è drammatico» ma «crediamo che questa azienda sia un patrimonio per la città e che i suoi lavoratori vadano tutelati»: «stiamo utilizzando tutti gli strumenti a nostra disposizione per salvare l’azienda e darle un futuro, a maggioranza pubblica». «La nostra volontà come Amministrazione comunale» ha concluso Chittò «è quella di salvare le farmacie comunali e i posti di lavoro». «Il punto di forza del Piano industriale» ha spiegato il commissario straordinario dell’Azienda speciale, Luca Finazzi «è l’espansione dei servizi e la Srl è uno strumento più agile per gestire l’esistente e programmare il futuro. Anche pensando all’inserimento di capitali da altri soggetti che però garantiscano la maggioranza da parte del Comune. Su questo, siamo disposti anche a un confronto con i lavoratori per studiare il miglior percorso possibile, ma questa è l’unica strada che ci permette di salvare l’Azienda». Ma secondo i dipendenti, come si legge sulla pagina Facebook della Rsu, «l’Amministrazione comunale con la Srl intende creare un contenitore in cui trasferire tutti i debiti senza doverli più ripianare, esponendo così la nuova società al rischio di fallimento in breve tempo con la possibilità di svendere le farmacie comunali con più facilità al mercato privato».
Francesca Giani
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