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Politica e Sanità

09 Gennaio 2014

Usa-Italia: tolleranza zero su pseudodimagranti e claims fasulli


La Federal trade commission statunitense ha appena condannato per pubblicità ingannevole alcune aziende che vendevano creme o integratori promettendo dimagrimento sicuro o di sconfiggere la cellulite. Le false promesse, diffuse via carta stampata, tv e internet, sono costate alle ditte un risarcimento record: 34 milioni di dollari per risarcire i consumatori, oltre all’eliminazione degli slogan fasulli. In una nota l''Ufficio affari pubblici del Governo americano dichiara di aver raggiunto degli accordi con 4 società, Occitane Inc., Sensa Product LLC, HCG Diet direct e LeanSpa LLC, accusate di fare pubblicità ingannevole. Lo stesso ufficio esorta i media a fare maggiore attenzione agli slogan di questo genere di prodotti che pubblicano sulle loro testate. «Le probabilità di calare di peso o sconfiggere la cellulite spalmando una crema o un olio sono pari a zero, di scientifico non c''è nulla» ha dichiarato Jessica Rich, direttore dell''ufficio di tutela dei consumatori. Nel dettaglio la società L''Occitane Inc. ha accettato di rimborsare 450.000 dollari ai consumatori per 2 creme che promettevano un effetto “slimming” clinicamente provato, che avrebbe ridotto l''aspetto della cellulite. La ditta Sensa LLC ha invece accordato un rimborso di 26,5 milioni di dollari per aver pubblicizzato effetti dimagranti di una polvere da spruzzare sul corpo attraverso tv, riviste e pubblicità online. Una terza società, la HCG Diet Direct che vendeva delle gocce a base di “ormoni estratti da placenta umana” dalle proprietà dimagranti, ha accettato di restituire 3.2 milioni di dollari, anche se la sentenza è sospesa perché la ditta non può pagare. Infine la LeanSpa, che ha reclamizzato come dimagranti dei semi di bacche acai, è stata chiusa e i proprietari dovranno restituire oltre 7 milioni di dollari. Sugli spot ingannevoli di creme e pillole dimagranti interviene in modo sostanziale anche l''Autorità Garante della concorrenza e del mercato italiano. È di dicembre la multa di oltre un milione di euro inflitta ad una rete di società che pubblicizzava prodotti dalle proprietà dimagranti o che avrebbero curato perfino patologie come il cancro. Sei operatori di diverse nazionalità insieme gestivano la pubblicità e la vendita di circa 40 prodotti simili in 13 siti internet. L''Antitrust ha ritenuto “privi di fondamenti scientifici i risultati promessi” nonché “false tutte le testimonianze impiegate nelle pubblicità”.

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