Politica e Sanità

20 Gennaio 2014

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Permettere ai colossi della Grande distribuzione di distruggere il tessuto sociale dei nostri centri storici e i servizi ai cittadini, come i negozi di prossimità e le farmacie «è una politica ottusa e poco lungimirante». È quanto afferma Alberto Fontanesi (foto) presidente di Federfarma Veneto, commentando la sentenza del Tar Veneto favorevole a un ricorso del sindacato presentato lo scorso luglio, con cui si chiedeva di intervenire, nel comune di Venezia, sull’apertura di una farmacia comunale nel centro commerciale di Mestre. «La sentenza del Tar in sostanza dice che la nostra tesi è sostenibile» dice Fontanesi «la farmacia è un servizio di pubblica utilità e attorno a essa ruotano le vite delle famiglie che devono potervi accedere con la massima facilità, quindi vicino a casa, soprattutto per coloro che hanno difficoltà di movimento. Sarebbe auspicabile che proprio in virtù della sua attività sociale, oltreché sanitaria, la farmacia fosse considerata un bene prezioso in questo difficile momento economico». Nei centri storici, aggiunge, «ci sono già problemi per i negozi di prossimità, se si prosegue con questa politica non ci si lamenti se poi si spopolano, contribuendo di conseguenza a far salire il numero di farmacie soprannumerarie. Il caso portato davanti al Tar» prosegue «riguarda una farmacia aggiuntiva su cui il Comune ha una prelazione, ma la sua apertura che economicamente sostenibile e che non causi la chiusura di un’altra». Il ricorso del sindacato ha ricevuto anche il sostegno del Codacons, associazione impegnata per difesa dei consumatori e dell’ambiente: «Aprire una farmacia in un ipermercato è come fornire palle da cannone per distruggere il centro storico delle città» ha dichiarato il presidente Franco Conte. Anche l’Anla, l’Associazione lavoratori anziani di azienda sta dando il suo sostegno con una raccolta di firme: «La farmacia nel centro commerciale» spiegano i promotori dell’iniziativa «che chiaramente ne farebbe chiudere qualcuna in centro storico, è solo la conseguenza di una politica completamente sbagliata delle amministrazioni. In una città, come Venezia e Mestre, sempre più piena di anziani, in un periodo di crisi come questo, chiudere i negozi di vicinato significa abbandonare a se stessi soprattutto gli anziani». Ora il Comune, fa sapere una nota Codacons, sta valutando se proseguire e battersi nel merito della discussione, o lasciar perdere. Intanto le farmacie venete, ricorda Federfarma Veneto, si preparano a ricevere «il colpo di grazia quando, a breve, verranno aperte in tutto il Veneto altre 224 farmacie a seguito dell’assegnazione, in fase di perfezionamento in questi giorni, del maxi concorso regionale indetto nel 2012».

Simona Zazzetta