Politica e Sanità
30 Gennaio 2014«Il comparto degli equivalenti può fare e ha fatto molto per sopperire ai farmaci mancanti, ma occorre che sia messo nelle condizioni per sviluppare un''azione ancora più incisiva» lo sottolinea Francesco Colantuoni, vicepresidente di AssoGenerici rispondendo alle preoccupazione espresse a Farmacista33 dal presidente Aiom Stefano Cascinu sulle ricorrenti carenze di alcuni farmaci oncologici. La soluzione, secondo Colantuoni, non sta nella “produzione di stato” suggerita dall’oncologo «perché questo andamento delle forniture dipende da diversi fattori che in realtà poco hanno a che vedere con la produzione». A determinarne la scarsità è in primo luogo la scarsa remunerazione che ottengono nel nostro paese, spiega il rappresentante di Assogenerici. «Il comparto degli equivalenti può fare e ha fatto molto per sopperire ai farmaci mancanti, ma occorre che sia messo nelle condizioni per sviluppare un''azione ancora più incisiva» prosegue Colantuoni. «L''altro aspetto importante è lo snellimento delle pratiche di autorizzazione all''importazione: la situazione è migliorata negli ultimi anni, ma ci sono ancora significativi margini di miglioramento». E sempre sul fronte dei farmaci oncologici ieri l’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), la Società italiana di ematologia (Sie) e la Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia (Favo), nel corso di un incontro alla Camera hanno ribadito la necessità di accesso immediato a tutti i farmaci salvavita e non solo a quelli considerati innovativi e l’attivazione di uno stretto monitoraggio sul rispetto del termine dei 100 giorni per l’esame delle terapie innovative da parte dell’Aifa. (Favo). Il presidente Aiom non si sottrae all’esigenza di contenere i costi e dichiara che «per garantire la sostenibilità del sistema sanitario la parola d’ordine è appropriatezza», ma non accetta l’idea di porre la spesa farmaceutica oncologica come l’origine di tutti i problemi: «l’impatto economico per le terapie antitumorali è rimasto sostanzialmente stabile negli ultimi anni». Inoltre, Cascinu sollecita l’eliminazione del terzo livello di approvazione dei farmaci, costituito dalle varie commissioni regionali. Sullo stesso tema interviene il presidente della Commissione Sanità del Senato Emilia Grazia De Biasi, sostenendo che la modifica del Titolo V della Costituzione è il primo punto da tener presente. «In Italia» ha detto De Biasi «si è passati da un centralismo nazionale a un centralismo regionale e questo non è tollerabile. Le regioni - in conseguenza al Titolo V - hanno sviluppato, modelli sanitari differenti che comportano conseguenze pratiche», tra cui «una diversa distribuzione dei farmaci sul territorio».
Marco Malagutti
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