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Politica e Sanità

04 Febbraio 2014

Medical device ospedalieri: da competenza farmacista tagli a spesa


Manca un percorso strutturato di valutazione per minimizzare la spesa ospedaliera per i dispositivi medici e in questa evidente e pericolosa vacanza di regole il farmacista ospedaliero deve esercitare tutta la sua influenza che gli proviene dalla multidisciplinarità della sua funzione e della sua formazione. A dirlo è Carlo Ranaudo, docente di Analisi di mercato presso la facoltà di Farmacia dell’Università Federico II, in un commento ai dati della spesa per l’acquisto di dispositivi medici nel primo semestre 2013.

È stato reso noto dal Ministero il dato della spesa sostenuta dal Ssn per l’acquisto di dispositivi medici nel primo semestre 2013: 1.276 milioni di euro, -1,1% vs lo stesso periodo dell’anno 2012 ma con andamento diversificato. In 11 regioni spesa aumentata anche in maniera considerevole soprattutto in quelle soggette a Piani di Rientro (Lazio, Calabria e Campania), in altre otto è diminuite. Mancano all’appello Trentino e Sardegna.Il consumo di dispositivi medici ormai ha raggiunto un’incidenza in ospedale tale da far pensare a breve a un pareggio con il comparto farmaceutico. Il dispositivo medico è l’emblema della innovazione tecnologica, uno dei maggiori elementi di miglioramento della salute della popolazione. Il 50% della spesa è costituita dalle protesi osteoarticolari, dai dispositivi cardiovascolari e da quelli impiantabili in vivo (pace maker). Attenzione però: è un settore totalmente diverso dal farmaceutico. Una scarsa regolamentazione, il marchio Ce garanzia di conformità alle direttive europee rappresenta l''unico passaggio obbligatorio. L’inserimento nei prontuari è legato a relazioni tecniche formali dei fabbricanti e di qualche medico utilizzatore. Non sempre viene richiesta una analisi economica quali minimizzazione dei costi vs alternative o analisi di costo / efficacia o di impatto di bilancio. Studi di Hta ancora troppo limitati. Manca un percorso strutturato di valutazione e in questa evidente e pericolosa vacanza di regole il farmacista ospedaliero deve esercitare tutta la sua influenza che gli proviene dalla multidisciplinarità della sua funzione e della sua formazione. Non si cada nella tentazione di utilizzare la via più semplice e più breve: quella di delegare il medico nella scelta. Il medico proponga ma solo il farmacista ha il polso delle priorità dell’intero Ospedale ed è lui che deve indirizzare verso un giusto rapporto tra innovazione necessaria e sostenibilità della spesa. Il tetto di spesa ospedaliero è sforato ogni anno e la riduzione di costi non si può ottenere con tagli lineari o acquistando prodotti di bassa qualità solo perché al minor prezzo. Il Ministro Lorenzin vuole capire perché la spesa ospedaliera sfora il tetto e si domanda se perché è troppo basso il tetto o se ci sono errori di organizzazione. In ogni Ospedale la risposta deve venire dal Farmacista. E’ lui il vero interlocutore. Ne vale la salute della popolazione ricoverata.

Carlo Ranaudo
Facoltà di Farmacia dell’Università Federico II

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