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Politica e Sanità

24 Febbraio 2014

Generici, farmacisti e Mmg divisi su ragioni della scelta del brand


L'italiano compra più specialità di quanto dovrebbe. Per i medici di famiglia non vuole confondersi tra tanti generici alternativi proposti in farmacia, per il farmacista è una scelta personale: il rischio di confondersi non nasce dalla sostituzione. Fatto sta che Assogenerici associazione di produttori di farmaci equivalenti, ha deciso di mettere online giorno dopo giorno il calcolo della spesa che i cittadini sostengono per le specialità. L'esborso degli italiani è salito del 2,1% nel 2013, e quest'anno va al miliardo di euro. Assogenerici ha pure inserito uno statement e delle domande con risposte. Paolo Spriano responsabile comunicazione della società scientifica dei medici di famiglia Snamid vede l'iniziativa attribuire al fattore-costi un valore eccessivo. «In realtà» dice «il paziente non gradisce cambiare il farmaco cui fa riferimento, generico o no, e pur di non cambiare è disposto a pagare; noi siamo per il rispetto della compliance e per ciò che aiuta la cura. Poi, è erroneo dire che il generico fa risparmiare il Ssn: quest'ultimo fissa un prezzo minimo ed è il cittadino che si sobbarca la spesa per il farmaco di marca». A fine anno il paziente che sceglie il generico si ritrova in tasca 70 euro a terapia, sottolinea Assogenerici. Federanziani, associazione di pazienti, ricorda però come talora i cittadini impacciati di fronte a una nuova confezione sospendano la terapia, peggiorino e si "mangino" dallo specialista i quattrini risparmiati. Tra i sindacati dei Mmg, Snami sottolinea che solo in Italia si dà al farmacista il potere di fatto di consegnare periodicamente un farmaco diverso per la stessa terapia; Fimmg ricorda che l'atto prescrittivo è legato al rapporto Mmg-paziente. Snamid invece ricorda che a guidare le scelte del paziente non c'è solo l'efficacia ma anche la scelta dei dosaggi e la riconoscibilità delle confezioni. «Quest'ultimo è un parametro essenziale» dice Spriano «non più di un anno fa un nostro survey su 490 Mmg rilevò che metà del campione osservava almeno un caso di doppio dosaggio o di scambio di farmaco dovuto al fatto di utilizzare un equivalente diverso, sostituito in farmacia al prodotto abituale, e non a caso l'Agenzia del farmaco ora riconosce la doppia somministrazione tra gli eventi avversi». «Che il farmacista sia solito dispensare un prodotto diverso ogni volta è però una "leggenda" tanto quanto quella che con il generico lo Stato risparmia», per Paolo Vintani, vicepresidente Federfarma Milano-Monza-Lodi. «In base alla legge Storace del 2006 il farmacista è tenuto a proporre la sostituzione della specialità prescritta dal medico con il farmaco a minor costo. Ma non è che quest'ultimo cambi secondo le convenienze del farmacista! A guidare le scelte su quanti e quali equivalenti tenere non è il solo margine economico; un farmacista punta su prodotti che diano garanzie di qualità e sceglierli, tenendo d'occhio dosaggi ed elementi come la compliance dei clienti che alla fine riducono il novero a due-tre possibili alternative. Inoltre, dispensiamo la specialità se l'esborso in più a carico del paziente, che la chiede, è minimo. Ascriverei i rischi di "doppia somministrazione" più alla necessità per molti over 60 di prendere una media di 20-22 pastiglie al giorno che alla sostituzione in farmacia, ma il problema è risolvibile con i Mmg se ci parliamo tra associazioni».

Mauro Miserendino

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