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Politica e Sanità

27 Marzo 2014

Ricette mediche, decreto fissa mutuo riconoscimento europeo


Ottenere attraverso farmacie all''estero, farmaci prescritti in Italia attraverso una ricetta transfrontaliera. È questa una delle novità per gli italiani che si trovano in altri Paesi europei contenute nella cosiddetta “Schengen della salute”, ovvero la direttiva europea recepita con il decreto legislativo che entrerà in vigore il prossimo 5 aprile. Oltre alla possibilità di ricevere prestazioni mediche negli altri paesi dell''Unione Europea, infatti, per i cittadini comunitari è previsto anche il mutuo riconoscimento delle ricette mediche. A differenza delle cure transfrontaliere non sarà necessaria autorizzazione, ma così come per le cure, anche per i farmaci, la prassi prevede che il cittadino italiano che si presenta in farmacia con la ricetta emessa in Italia (la validità resta di 60 giorni), paghi di sua tasca e poi ne chieda il rimborso alla propria Asl, una volta tornato a casa, ma non oltre i 60 dall''acquisto. Quindi l''azienda sanitaria restituirà i soldi entro due mesi. Viceversa, sarà possibile per cittadini Ue ottenere, in farmacie italiane, farmaci prescritti all''estero. Ognuno dei 27 Stati dell''Unione dovrà definire un proprio modello di ricetta "transfrontaliera", valida cioè in tutti gli altri Paesi dell''Ue. Toccherà alle farmacie dello Stato di arrivo riconoscerne la validità, barcamenandosi tra 27 modelli differenti. «Federfarma, in particolare - come spiega in una circolare - aprirà nel proprio sito web un''area dove saranno raccolti i “fac-simile” di tutti i modelli autorizzati», una sorta di database che possa «permettere alle farmacie un''agevole identificazione delle ricette provenienti da altri Stati». Alla prescrizione "transfrontaliera" si applicheranno comunque le norme nazionali riguardanti la sostituzione di una specialità con il farmaco dal minor prezzo. Il ministero della Salute, dal canto suo annuncia l’adozione di apposite linee guida per garantire la corretta applicazione dei diritti su quattro aspetti ossia: rifiuto per il farmacista di spedizione di una ricetta in caso di dubbi sulla sua autenticità; corretto espletamento del diritto sia di sostituzione del farmaco sia di obiezione di coscienza; modalità per la richiesta di rimborso dei farmaci da parte del paziente. Infine, con un decreto della Salute, si dispone la possibilità per il farmacista di controllare i farmaci assunti da un paziente di un altro Stato grazie alla possibilità di rendere interoperabili i vari dossier farmaceutici nazionali.

Marco Malagutti

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