Politica e Sanità
06 Aprile 2014Désiderosi da diversi anni di accrescere il loro diritto alla dispensazione di farmaci, i medici austriaci hanno presentato al Governo una proposta dettagliata per ampliare l’opzione profarmacia, la clausola che consente al professionista il cui studio si trovi a più di 6 km da una farmacia di consegnare i farmaci in prima persona ai pazienti. In tutti gli altri casi questa possibilità è vietata e, attualmente, a beneficiarne sono solo 900 medici che si trovano in zone rurali isolate. Immediata l’indignazione dei farmacisti che prevedono come conseguenza di una tale manovra la chiusura di molte farmacie e un sovraccarico di lavoro per i medici, che potrebbero non essere più in grado di svolgere pienamente le loro attività. L’Ordine dei farmacisti ha fatto sapere che ritiene che la maggioranza dei medici non sia né preparata né sufficientemente disponibile per dispensare i farmaci di persona, e l’ampliamento di questa opportunità finirebbe poi per ritorcersi contro l''intera popolazione. La polemica è di questi giorni, dopo che l’Ordine dei medici ha organizzato un viaggio con stampa al seguito in Svizzera, per mostrare ai giornalisti che la liberalizzazione del sistema profarmacia in diversi Cantoni, e specificamente in quello molto urbanizzato di Zurigo non ha portato alla chiusura di farmacie. L''Ordine ha poi chiesto ufficialmente che tutti i medici possano dispensare farmaci, ovunque si trovino; cosa che semplificherebbe notevolmente la vita dei pazienti, soprattutto durante i turni di notte e nei fine settimana, specie per coloro che non possono o non vogliono muoversi. Ai medici andrebbe riconosciuta una quota fissa, indipendente dal prezzo della confezione, così da non implicare alcun interesse nella consegna di un prodotto piuttosto che un altro. Ma proprio due studi condotti dall’università di Berna, e prontamente citati da Martin Hochstöger presidente dell’Ordine regionale dei farmacisti del Tirolo, hanno dimostrato che la dispensazione da parte del medico ha fatto lievitare del 20-30% il costo dei medicinali. Inoltre, ha ricordato Hochstöger «medici e farmacisti non dovrebbero fare lo stesso mestiere» tanto per ragioni scientifiche che professionali ed economiche. (E.L.)
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