Politica e Sanità
06 Aprile 2014Patto salute, convenzione, ma anche Titolo V della Costituzione. Momenti fondamentali per la ridefinizione delle cure primarie e dell’assistenza e per questo una sfida importante: «Un treno già in moto, su cui dobbiamo salire per non rischiare un’ulteriore marginalizzazione nel sistema della sanità pubblica». È questo il filo conduttore del convegno organizzato da Federfarma Lazio e dagli Ordini dei farmacisti regionali “L’integrazione delle farmacie territoriali nella Regione Lazio” che si è tenuto all’interno di FarmacistaPiù. L’appello è partito da Emilio Croce, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Roma, che spiega: «Con il Patto della salute verranno compiute scelte che rischiano di far trovare le farmacie fuori dalla sfida della riorganizzazione delle cure primarie. Sono momenti fondamentali e per questo dobbiamo cercare di consolidare la nostra presenza sul territorio e l’attitudine a lavorare in rete, recuperando la centralità della farmacia nell’assistenza, per sviluppare maggiormente la dimensione professionale, che, inutile negarlo, si è, in questi ultimi anni, impoverita. Partendo da un ragionamento sulla territorializzazione dell’assistenza e sulla sostenibilità della spesa, dobbiamo attrezzarci, se vogliamo essere protagonisti delle cure primarie, sviluppando in termini di assistenza servizi e prestazioni e soprattutto recuperando la centralità di referenza nell’assistenza ai cittadini. Il che significa presa in carico del paziente. Se riusciamo a proporci come nodo assistenziale capace di gestire il paziente anche con servizi domiciliari, grazie a risparmi da appropriatezza e aderenza alle cure riusciremo a promuovere anche il nodo della convenzione». Da qui l''appello di Franco Caprino, presidente di Federfarma Roma, per un atteggiamento più proattivo: «È importante andare ai tavoli con le Regioni con proposte e lavori già progettati. Non si può stare ad aspettare che le iniziative arrivino dalle istituzioni». Caprino porta l’esempio di alcuni progetti partiti in Lazio: «Cito l''esempio della distribuzione per conto dell''eritropoietina - in distribuzione diretta in quasi tutte le Regioni - che in Lazio ha portato a un abbattimento della spesa, nel giro di un anno, da 51 a 36 milioni di euro. O anche la Webcare, il progetto di assistenza integrativa ai diabetici: inizialmente c’era il timore che, rendendo capillare la distribuzione attraverso le farmacie del territorio, potesse verificarsi un’impennata dei costi. In realtà il risparmio della regione è stato di 27 milioni, su centomila euro, con una diminuzione delle uscite del 30%, grazie anche al controllo derivante dal piano terapeutico. Tutti risultati che hanno posto le basi per il progetto di portare gli Osp2 in farmacia». Infine ci sono le case della salute «che hanno visto il coinvolgimento delle farmacie anche attraverso l’avvio dell’assistenza domiciliare integrata: siamo al momento in una fase sperimentale e l’idea è di portare a casa di pazienti con difficoltà di movimento - per ora limitatamente alla patologia diabetica ma in prospettiva anche su altre patologie - non tanto il farmaco quanto il controllo sul farmaco e i servizi di misurazione della pressione e di autoanalisi. Il progetto prevede la presenza del farmacista al domicilio dell’assistito circa tre volte al mese, in una collaborazione che porta la nostra professione al fianco del medico, dell’infermiere e anche del fisioterapista». In sostanza, aggiunge Emilio Croce, «Ordini e Federfarma regionale sono riusciti, in Lazio, a realizzare un modello che è un percorso di riorganizzazione della sanità sostenibile, con la valorizzazione delle reti e delle professionalità esistenti a partire proprio dalle criticità attuali, che vanno dall’invecchiamento fino alla crisi della cronicità».
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