Politica e Sanità
17 Aprile 2014È già stata convocata l''assemblea degli associati per il nuovo direttivo di Adf dopo le dimissioni del presidente, Aldo Pesenti, seguite da quelle dell’intero consiglio direttivo. Ma resta la domanda se al 9 maggio, data della convocazione, le tensioni interne denunciate dallo stesso presidente dimissionario si saranno ricomposte. Tensioni che vedono il mondo della distribuzione intermedia diviso in due schieramenti: da una parte multinazionale e dall’altra grossisti di dimensioni più o meno piccole locali. «In questo breve ma intenso periodo di governo dell’Associazione» aveva infatti scritto Pesenti nella nota di martedì in cui dava ragione della situazione «mi sono reso conto di quanto sia impossibile e vano intervenire concretamente su alcune questioni politiche e strategiche del nostro settore per la presenza, in Associazione, di soggetti privati e multinazionali, a mio avviso con interessi spesso divergenti rispetto a quelli che ritengo siano il reale benessere del distributore e finanche della farmacia». In particolare, scrive Pesenti, «forse il mio doppio ruolo di amministratore delegato di Unico Spa e di titolare di farmacia non era gradito ai colleghi delle multinazionali e dei distributori privati che non sempre vedono coincidere il destino della distribuzione intermedia con quello della farmacia». In questo contesto, le «tre questioni, di urgente intervento e risoluzione» pur essendo state «tutte deliberate dal Consiglio Direttivo di Adf», «non avrebbero mai trovato consenso e appoggio da parte di soggetti con finalità, a mio parere, differenti da quelli della categoria che ho cercato di tutelare». Tra queste, la «riorganizzazione interna della struttura Adf», l’«Osservatorio del Credito» e la «Remunerazione». Su quest’ultima in particolare Pesenti si sofferma: «Al fine di agevolare la trattativa col Ministero per una proposta univoca e di settore, su tale fondamentale questione il Consiglio direttivo Adf commissionò due diversi studi al dr. Claudio Leporelli professore di Ingegneria Economico‐ Gestionale dell’Università La Sapienza di Roma, basati su una raccolta puntuale dei dati relativi alla gestione aziendale degli associati; la raccolta delle informazioni è stata disomogenea, discontinua e incompleta, rendendone estremamente complessa l’elaborazione e penalizzando, a mio parere, il futuro svolgimento della trattativa; al punto che ad oggi non esiste un orientamento univoco di Adf in materia».
Francesca Giani
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