Politica e Sanità
04 Giugno 2014È giusto che un utente possa scegliere il nuovo medico curante revocando il proprio in farmacia? A sollevare la questione, alla luce della delibera 1427 della Regione Lombardia del 28 febbraio che prevede il nuovo servizio a disposizione del cittadino, è la Federazione Lombarda degli ordini dei medici, che hanno inviato una lettera alla Regione, firmata dal presidente Giovanni Belloni e dal vice Gianluigi Spata, parlando di un servizio non previsto dal decreto sulla farmacia dei servizi. Il problema cruciale riguarda la possibilità che il farmacista possa condizionare l’acquisizione di assistiti da parte del medico. «Non possiamo ammettere che sia un professionista della sanità a indicare un altro professionista al paziente», dice Belloni che è anche presidente dell’Ordine dei Medici di Pavia. «È vero, la legislazione nazionale potenzia i servizi erogabili nelle farmacie, ma il farmacista non è uno sportello e i suoi servizi non dovrebbero andare contro principi etici e deontologici». Belloni comprende che non sono state le farmacie lombarde ma la Regione a prevedere questa norma: «Per questo abbiamo inviato una lettera alla Direzione Sanità, all’Assessore e al Presidente in cui chiediamo di rivedere la norma. Ma aspetto che anche l’Ordine dei Farmacisti prenda posizione. Con i farmacisti poi – prosegue Belloni che il 26 vedrà le autorità regionali a un tavolo tecnico pure su questo tema - dovremmo parlarci di più; con loro e gli infermieri siamo le figure cardine sulle quali si fonda la rivoluzione che porterà molte cure dall’ospedale al territorio. E le Regioni dovrebbero occuparsi più di come far collaborare queste professioni tra loro, in autonomia, nell’interesse del paziente, che di attribuire compiti impropri». Pronta la replica di Fofi per voce del suo presidente Andrea Mandelli. «La delibera Regionale in realtà si limita ad affidare alcuni servizi informatici, erogati attraverso il Siss, in coerenza con quanto dettato dalla legge e dai decreti attuativi sulla farmacia dei servizi» sottolinea Mandelli. «Il sospetto che l’operatore che accede al Siss possa favorire questo o quel medico è un’obiezione che si può sollevare indipendentemente dalla qualifica dell’operatore stesso. Le norme sono scritte considerando chi opera correttamente e in buona fede, e se qualcuno approfitta della sua posizione per commettere illeciti o reati, o anche per perseguire suoi fini personali in contrasto con la deontologia, esistono le forze di polizia, la magistratura e i consigli di disciplina degli Ordini. Opporsi alle innovazioni che vanno a vantaggio dei cittadini, soprattutto quando si tratta di tecnologiche che si migliorano ogni giorno, è una battaglia persa. Quello che è certo è che gli Ordini vigileranno come sempre con grande attenzione».
Marco Malagutti
Mauro Miserendino
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