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Politica e Sanità

11 Giugno 2014

Longo (Rapporto Oasi): «ticket insostenibile? Ampliare platea paganti»


«Il ticket grava su pochi italiani. L'offerta Ssn è consumata per il 70% da pazienti cronici che sono esenti, e per un 30% da "one shot users", cittadini che si rivolgono al Servizio sanitario per una volta o un motivo. Ma proprio su questi ultimi, esponenti della classe media, si concentra il peso della compartecipazione, e non tutti ce la fanno ancora a sostenere certe spese. Penso occorra rivedere il sistema di esenzioni, togliendole ai pazienti cronici, eccezion fatta per le malattie più gravi e i redditi più bassi, e far crescere (in parte anche a spese del contribuente) servizi indispensabili, oggi male, erogati come quelli ai non autosufficienti». Francesco Longo, docente di management pubblico all'Università Bocconi e direttore del Rapporto Oasi analizza l'aumento del peso del ticket: 25% negli ultimi 4 anni secondo le estrapolazioni Ansa sui dati della Corte dei Conti.
Rapporto Oasi 2013 alla mano, Longo dà ragione chi sostiene (il Tdm, ndr) come la manovra sui superticket, 10 euro in più a ricetta, abbia generato non un aumento degli incassi per il Ssn ma una diminuzione dell'offerta e un crollo dei consumi sanitari. «Asl e ospedali sono persino riusciti a risparmiare. Ma al calo di consumi non ha corrisposto una maggiore richiesta di servizi alla sanità privata da parte dei cittadini». Bisogna fare qualcosa, perché «tra l'altro da sei anni assistiamo a un fermo della spesa sanitaria pubblica, che fino al 2008 cresceva a un tasso medio annuo del 4% e ora è inchiodata a 111 miliardi annui; è come se il Ssn avesse ridotto del 20% la sua capacità di erogare servizi. Ciò ha creato aree importanti di under treatment: oltre metà delle visite ambulatoriali si effettua nel privato e si paga in prevalenza out of pocket. Parlare d'insostenibilità del ticket dimenticando l'esborso diretto del cittadino per la salute è mirare la pagliuzza senza vedere la trave». Che fare? «Sono proposte a titolo personale. Primo, si valuti la possibilità di togliere l'esenzione per le patologie croniche leggere, salvando le fasce deboli. Secondo, si facciano pagare le prestazioni specialistiche a prezzo pieno, entro un tetto crescente in base al reddito, allargando la platea dei paganti. Infine, si estenda il co-payment a prestazioni oggi non a carico del cittadino. Penso all'assistenza ai non autosufficienti che oggi consiste in servizi domiciliari per pochi e invece con una disponibilità maggiore di risorse potrebbe offrire un servizio a molti pazienti in più».

Mauro Miserendino

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