Politica e Sanità

27 Giugno 2014

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Un'operazione che persegue un obiettivo di «rafforzamento territoriale», anche per «tutelare sempre più le farmacie in modo che rimangano libere e indipendenti», ma anche che sente la spinta di un traguardo più ampio di «creare una cooperativa di farmacisti di tutta Italia». È questo alla base della fusione per incorporazione da parte della bresciana Cooperativa Esercenti Farmacia (CEF) - che serve farmacie di Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Friuli, Piemonte - della Cooperativa Farmacisti Pisani (CO.FA.PI.) - che opera nella provincia di Pisa e territori limitrofi, secondo le parole rispettivamente di Vittorino Losio, presidente Cef, e Francesco Giglioni, presidente Cofapi. Uno sviluppo che porterà, come si legge nella nota di Cef, «il fatturato complessivo a toccare i 750 milioni di euro e che vede «le 115 farmacie di Cofapi aggiungersi alle oltre 900 già socie». «L'obiettivo di Cef» è il commento di Losio «attraverso questa politica, che l'ha portata a rafforzare ulteriormente la sua leadership nel mondo della distribuzione del farmaco alle farmacie, è quella di tutelare sempre più le farmacie in modo che rimangano libere e indipendenti. La natura della nostra Cooperativa non tradirà mai lo spirito con cui siamo nati nel 1934 e siamo cresciuti, quello cioè di essere a mutualità prevalente di soli farmacisti e sta proprio qui una delle ragioni del nostro successo, per cui troviamo ascolto e credibilità da parte dei colleghi che apprezzano il nostro modo di voler stare sul mercato». «La nostra cooperativa» spiega Giglioni «è sana ed efficiente ma troppo piccola per lo scenario della distribuzione italiana, mentre il futuro è quello di proseguire sulla strada dell'aggregazione e della collaborazione, tra farmacisti e tra cooperative. I distributori sotto i 100 milioni di euro di fatturato annuo avranno problemi a breve, vista la contrazione dei margini e l'aumento dei costi di trasporto e del personale. Abbiamo allora cercato un partner per allargare i nostri orizzonti e dare garanzia all'azienda e ai soci per un futuro sicuro e di vitale importanza per noi è stata la condivisione della mission del cooperativismo. Siamo approdati a Cef dopo due anni di studi. Sottolineo che si tratta di un'operazione di fusione per incorporazione, con un'azienda più grande, e non una acquisizione. Manterremo il marchio Cofapi che, nelle nostre realtà affiancherà quello di Cef, la struttura aziendale e i dipendenti». L'operazione vede affiancare alla rete FarmaciaInsieme (750 presidi circa) di Cef, il network Farmondo, di Cofapi, che conta poco più di un centinaio di presidi. «Questo» interviene ancora Giglioni «porterà a intrecciare le rispettive best-practice per aumentare in qualità e quantità l'offerta, con le migliori esperienze di entrambe le parti. Lavoreremo insieme con entusiasmo per obiettivi il più ampi possibili, con l'idea anche di rivolgerci ad altre realtà simili per scopi, mission, obiettivi e struttura, per arrivare al sogno di una cooperativa di farmacisti di tutta Italia, anche nella direzione di contrastare la mentalità delle multinazionali e dare più forza al ruolo sociale della professione».

Francesca Giani