Politica e Sanità
02 Luglio 2014Ci sono la politica, le Fondazioni bancarie, le compagnie assicurative, i colossi del web, ma a scorrere le oltre duecento pagine della Relazione annuale dell'Autorità antitrust sull'attività svolta tra 2013 e 2014 presentata lunedì al Senato dal presidente Giovanni Pitruzzella, non ci si imbatte mai nella parola "farmacia". Una mancata attenzione che, nell'interpretazione del presidente di Federfarma Annarosa Racca può essere vista come un segnale positivo. «Si parla di energia, di trasporti, di discrepanze di varia natura nel sistema, di amministrazioni pubbliche, ma le farmacie non sono nel mirino, cosa peraltro accaduta anche nella relazione dell'anno passato» sottolinea Racca. «Questo perché la farmacia ha aperto su vari fronti, dagli orari ai prezzi, e si sta adeguando a una realtà in evoluzione». Di tutt'altro tenore le dichiarazioni del presidente della Federazione nazionale parafarmacie Davide Gullotta. «Nella relazione c'è un grande assente» sottolinea «e questa è una stranezza: non si fa cenno alla situazione delle parafarmacie e dell'accesso alla professione, confermando di fatto una mancanza che si è verificata già l'anno scorso e di cui non capiamo proprio le motivazioni. Dalla relazione emergono tante dichiarazioni di intenti e tanti bei principi: si parla di lotta alle rendite di posizione e ai rapporti privilegiati con la politica, di liberalizzazioni e libero accesso alle professioni. Si fanno, per ogni campo, tanti esempi, ma nessuno che tocchi il nostro ambito. Eppure credo che quello delle farmacie sia uno dei casi più eclatanti di posizione dominante e di rendita di posizione. Tante belle parole, insomma, che però non vanno a incidere realmente nella pratica». Nella relazione d'interesse per le farmacie c'è anche il capitolo dedicato dall'Antitrust al contrasto all'illegalità del web, con 160 siti che vendevano prodotti contraffatti chiusi in un anno, tre che commercializzavano farmaci con obbligo di ricetta. "Attualmente, in Italia la vendita online di tutti i medicinali non è ammessa" sottolinea il testo "in quanto la legge impone sempre la necessaria intermediazione fisica di un farmacista e, per alcuni farmaci, la previa prescrizione medica. I professionisti hanno, dunque, sfruttato il disallineamento delle normative esistenti nei diversi Stati Membri per offrire ai consumatori italiani farmaci etici, non vendibili tramite contrattazione a distanza". E su questo fronte Federfarma rivendica la sua parte avendo contribuito alle segnalazioni con Nas e Aifa. «Si tratta di un aspetto sul quale da tempo stiamo collaborando» conferma Michele Di Iorio, presidente di Federfarma Napoli e presente alla relazione di Pitruzzella. Per l'associazione dei titolari, comunque, arrivano buoni segnali. «Dalla relazione» conclude Di Iorio «emerge un'authority che vuole fare dopo avere conosciuto i problemi e senza pregiudizi di sorta. E questo è sicuramente un passo avanti importante».
Marco Malagutti
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