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Politica e Sanità

15 Luglio 2014

Farmaci e allattamento Aifa: il binomio è possibile


Decidere di sospendere la terapia farmacologia o cessare l'allattamento al seno quando si assumono farmaci, a causa del timore correlato ai possibili effetti negativi che il passaggio dei farmaci nel latte materno possa avere sulla salute del neonato è un approccio è spesso inutile, oltre che dannoso, perché solo un ristretto gruppo di medicinali è realmente controindicato per le madri che allattano. Lo afferma l'Agenzia italiana del farmaco sottolineando che le quantità di farmaco assorbite sono così basse da non comportare rischi di effetti indesiderati. E precisa: «La quantità di medicinale che passa attraverso l'allattamento al seno dipende comunque dalla tipologia di farmaco, dalla dose assunta e dalla durata della terapia. Inoltre, l'escrezione di un farmaco nel latte dipende essenzialmente dalla biodisponibilità (la quantità di farmaco che, dopo somministrazione orale/topica, raggiunge la circolazione sistemica), dal peso molecolare, dal legame alle proteine e dal grado di lipofilia del farmaco». Altri elementi che possono influenzare la quantità di farmaco ‟assunta" dal lattante sono: la quantità di latte materno che il neonato assume giornalmente, la percentuale di farmaco che viene assorbita a livello gastro-enterico, la prematurità del lattante, la maturazione del metabolismo epatico, la filtrazione renale, la maturazione della barriera emato-encefalica. Posizione analoga a quella sostenuta dalla American academy of pediatrics, che nell'aggiornamento 2013 delle linee guida Transfer of drugs and therapeutics into human breast milk confermano che «i rischi di contaminazione del latte materno sarebbero minimi per la maggior parte delle terapie farmacologiche» e ricordano che «il rapporto rischio/beneficio deve essere sempre il parametro di riferimento da considerare al momento della prescrizione della terapia». Secondo l'Aifa, infine, i dati sui rischi «sono ottenibili per la maggior parte dei farmaci sulla base degli elementi teorici (se un farmaco non viene assorbito per via orale, come per esempio l'eparina, non può produrre effetti nocivi sul lattante) o epidemiologici (ottenuti da evidenze cliniche).

Simona Zazzetta

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