Politica e Sanità

08 Settembre 2014

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L'accordo che fissa a 2 euro il costo del Cup in farmacia a carico del cittadino, è stato «firmato, unitamente a tutti i Presidenti Provinciali, con convinzione, senza che qualcuno ci abbia costretto a farlo» e una «eventuale revoca della delibera in questione favorirebbe esclusivamente una giungla di prezzi». Risponde così Federfarma Puglia a chi afferma che il sindacato sia stato costretto ad accettare e a chi mette in atto «strumentalizzazioni politiche e di altra natura» sostenendo che la Regione «ha messo nelle disponibilità delle farmacie 90 milioni di euro». Il servizio Cup, scrive Gianfranco Curato, presidente regionale del sindacato, «effettuato gratuitamente dalle farmacie da oltre dieci anni, non è più sostenibile senza un recupero, almeno parziale, dei costi da noi valutati ben al di sopra dei 2 euro. L'alternativa era cessare il servizio medesimo o continuarlo a pagamento». E aggiunge: «Si è voluto di fatto individuare per tutte le farmacie un livello accettabile per poter consentire la prosecuzione del servizio prestato». Dal canto loro, ribadisce Curato, la Regione ha «eccepito la non finanziabilità con i fondi sanitari del servizio Cup in quanto non inclusi nei Lea, e l'unica via percorribile poteva essere quella di continuare a spese del richiedente il servizio medesimo o a carico della fiscalità generale. Questa strada non è preclusa e non spetta a noi percorrerla ma alla Giunta Regionale».

Simona Zazzetta