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Politica e Sanità

20 Settembre 2014

Segnalazioni sui generici. Mmg: capire relazione con sostituzione in farmacia


Occorre capire l'entità del dato anomalo sulle segnalazione di reazioni avverse ai farmaci equivalenti su cui l'Aifa ha sollevato la soglia di attenzione, e se c'è una relazione statistica tra le segnalazioni fatte da medici e il ricorso alla sostituzione in farmacia. Commenta così Fiorenzo Corti, addetto relazioni esterne del sindacato dei medici di famiglia Fimmg, la comunicazione dell'Agenzia del farmaco che osserva nei primi sei mesi del 2014 uno sproporzionato aumento di segnalazioni di sospette reazioni avverse alla Rete nazionale di farmacovigilanza per alcuni principi attivi a brevetto scaduto, sostituibili con medicinali equivalenti. «In alcune Regioni ma anche in singole Asl di grandi regioni» sottolinea Corti «si sostituiscono non solo farmaci "originator" con i loro equivalenti, ma anche equivalenti generici con altri generici, e la volta dopo il farmaco sostituito cambia ancora. Occorre dunque capire l'entità del dato e quanto incidano le situazioni locali sulle segnalazioni». Lo stesso leader Fimmg Giacomo Milillo, prima dell'allarme Aifa, aveva ventilato l'esistenza di situazioni di "sostituzione selvaggia" in farmacia, e aveva chiesto l'ultima parola per i Mmg almeno nelle prescrizioni per anziani e cronici. Il Patto della salute firmato ad agosto da Governo e Regioni, ricorda Corti, prevede un nuovo Prontuario ove possano essere adottati - in nome del risparmio - prezzi di riferimento per categorie terapeutiche omogenee. E aggiunge: «Che il farmacista possa sostituire un principio attivo con un altro nell'ambito di una categoria terapeutica è un indirizzo che ci preoccupa e che Fimmg respinge. Però il Patto salute non è legge, ma un accordo che può cambiare ove problemi oggettivi lo impongano». Sul fronte dei medici, tuttavia, Corti saluta «con grande soddisfazione il fatto che i colleghi inizino a segnalare di più le reazioni avverse ai farmaci dopo anni in cui si segnalava "troppo poco"».

Mauro Miserendino

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