Politica e Sanità

25 Settembre 2014

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La negoziazione per il prezzo dei farmaci per il trattamento dell'epatite C potrebbe essere in dirittura di arrivo e se l'appuntamento, in programma per il 30 settembre, andasse a buon fine, dal 1° di ottobre l'Italia potrebbe essere il primo paese europeo ad avere approvato l'uso terapeutico di sofosbuvir e simeprevir per questa patologia. Lo ha dichiarato Luca Pani direttore generale dell'Aifa, a margine del suo intervento al convegno "La lotta all'epatite al banco di prova delle richieste dei pazienti e dei bisogni del sistema salute". Pani ha spiegato che l'uso compassionevole di sofosbuvir sono stati raggiunti «1.083 dei 1.300 pazienti previsti». Una risposta positiva alle associazioni che rappresentano i pazienti (Epac onlus, Lila onlus, Nadir onlus, Plus onlus) che nei giorni scorsi avevano organizzato un sit-in a Milano in occasione del vertice dei ministri della salute degli stati membri dell'Unione Europea, chiedendo che il loro diritto alla cura «non venisse calpestato per far arricchire le case farmaceutiche». Per venire incontro alle esigenze di questi pazienti e garantire l'accesso alla terapia a tutti i malati, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha ipotizzato la creazione di un fondo speciale, poiché un ciclo di cura si possono arrivare a spendere anche 60mila euro, un costo ritenuto insostenibile per il Ssn. La creazione del quale bisognerà però discutere con il ministero dell'Economia e delle Finanze ma nel frattempo sta andando avanti la trattativa con le case farmaceutiche per il prezzo con l'appuntamento di fine mese. L'auspicio, ha detto Pani «è che, grazie anche all'impegno del ministro, si metta in atto una buona capacità negoziale e vi sia la volontà di comprendere a pieno l'impatto economico della volontà di eradicare l'epatite C» dal momento che le nuove molecole possono eradicare l'epatite con percentuali vicine al 100%.

Simona Zazzetta