Politica e Sanità
03 Ottobre 2014Riconoscere agli specializzandi in professioni sanitarie non mediche lo stesso trattamento economico e normativo degli specializzandi medici. È quanto chiede un emendamento al Ddl Lorenzin illustrato ieri in Commissione Sanità di Palazzo Madama dal sen. Luigi d'Ambrosio Lettieri, e portato in Aula con una mozione promossa anche dal sen. Andrea Mandelli. La proposta mira all'applicazione del trattamento contrattuale di formazione specialistica riservato agli specializzandi medici, anche a veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici, psicologi e laureati in altre aree sanitarie non mediche, che frequentano scuole post-laurea di specializzazione dell'area sanitaria. Secondo d'Ambrosio Lettieri «l'equiparazione appare tutt'altro che realizzata nonostante quanto preveda la normativa comunitaria e di diritto interno» poiché «detti riferimenti non comportano in termini espressi e inequivoci il diritto dei laureati ammessi a una scuola di specializzazione ad ottenere un trattamento economico-normativo del tutto analogo a quello dovuto ai laureati in medicina anch'essi ammessi ad un scuola di specializzazione». E chiarisce: «Eppure la normativa attualmente in vigore prevede l'applicazione di un ordinamento didattico unico valido sia per i laureati in medicina che per gli altri laureati dell'area sanitaria. Per entrambe le categorie, inoltre, l'impegno richiesto per la formazione specialistica è a tempo pieno, pari quindi a quello previsto per il personale sanitario del Servizio sanitario nazionale. Emergono, però, diverse disparità di trattamento contrattuale tra le due categorie. Invece la ratio del decreto ministeriale 1 agosto 2005, ad oggi non riconosciuta, dovrebbe risiedere proprio nella necessità di individuare il diritto all'inquadramento dell'attività svolta da soggetti specializzandi in uno specifico contratto di formazione specialistica con relativa corresponsione di un trattamento economico». L'iniziativa è stata accolta con favore dagli specializzandi in farmacia ospedaliera: «Condividiamo pienamente quanto espresso dai senatori e speriamo che sia la volta buona» commenta Domenico Tarantino dall'Area giovani della Sifo «da tempo ci stiamo muovendo in questa direzione. È in corso una causa con Università e Miur in attesa del primo grado di giudizio dal Tar di Roma sulla costituzionalità, è stato aperto un tavolo tecnico con i direttori delle scuole di specializzazione in farmacia ospedaliera e Sinafo ed è stato creato un coordinamento nazionale degli specializzandi di area sanitaria, il Cisas che dialoga con il ministero». E aggiunge: «Nel 2008 è stato avviato il primo anno accademico di specializzazione in farmacia ospedaliera equiparato alla specializzazione medica, sono aumentate le ore di frequenza con lezioni frontali, e il 70% è da svolgere in ospedale. In queste condizioni non è garantito il diritto allo studio».
Simona Zazzetta
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