Politica e Sanità
08 Ottobre 2014L'eccesso di burocrazia informatica, la sovrapposizione delle procedure e i sistemi informatici che non comunicano tra loro, è un ostacolo alla buona relazione con il paziente che incide pesantemente sulle cure. La denuncia arriva dall'80% dei farmacisti ospedalieri e medici oncologi interpellati in un'indagine condotta nell'ambito del progetto Syn.Thesis, coordinato da Aiom e Sifo e promosso dal Collegio italiano dei primari medici oncologi ospedalieri (Cipomo). I professionisti ospedalieri sostengono che in queste condizioni «l'oncologo è costretto a sottrarre tempo prezioso rinunciando ad un dialogo necessario per affrontare al meglio il percorso di cura». Ma la soluzione non la vedono nella «cancellazione» di questo sistema, che va invece «ottimizzato e razionalizzato» poiché, dicono due operatori su tre, dal punto di vista economico «incide pesantemente sulle cure». L'oncologia, spiega una nota congiunta, è uno dei settori in cui appaiono più pressanti gli interrogativi di sostenibilità economica posti dalle nuove terapie e in cui il 57% di tutti i farmaci innovativi è in sperimentazione in campo oncologico ma al paziente ne arriveranno soltanto alcuni. Bisogna «ripensare la gestione generale dell'assistenza» sostiene Giuseppe Altavilla coordinatore del progetto per Aiom: «Non solo ci libererebbe da molti dei legacci amministrativi, ma ci consentirebbe di dedicare più tempo alla nostra attività di medici oncologi e farmacisti e soprattutto di metterci maggiormente al servizio del paziente». Secondo Maria Grazia Cattaneo vicepresidente Sifo e coordinatrice del progetto è «un risultato tanto più possibile se si attiva un'efficace collaborazione multidisciplinare in un percorso condiviso con gli oncologi e con tutti i portatori di interesse, in primo luogo il cittadino. L'indagine ha infatti messo in luce quali siano oggi i punti deboli del processo, che diventano opportunità di revisione del percorso, osservato sia dalla parte del medico oncologo sia del farmacista. Il primo chiede maggiore tempo per interagire con il paziente e a noi farmacisti il compito di renderlo possibile per quanto ci compete. Per quel che ci riguarda, invece, dobbiamo essere messi nelle condizioni di poter allestire in qualità e in sicurezza le preparazioni farmaceutiche e per questo motivo la pianificazione delle terapie è assolutamente prioritaria per il soddisfacimento di tutte le parti operanti e coinvolte».
Simona Zazzetta
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