Politica e Sanità

14 Ottobre 2014

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Crisi, marginalità ridotta, una farmacia dei servizi che non in tutte le realtà ha trovato una realizzazione impattante, sono tutte difficoltà che possono avere ricadute sulla tenuta delle farmacie rurali o comunque di quelle con maggiori criticità ma la preoccupazione per questi fenomeni non si limita agli effetti che possono avere nell'immediato ma anche a quelli sul futuro pensionistico. È proprio alla luce di questo che «stiamo cercando un dialogo per attirare l'attenzione su queste realtà e cercare di assicurare un livello pensionistico che possa garantire un livello di vita il più possibile decoroso». Le parole sono di Alfredo Orlandi, presidente del Sunifar, che parla a nome delle farmacie rurali: «Già da qualche tempo, a vari livelli, abbiamo aperto un percorso di attenzione verso le farmacie con maggiori criticità» spiega. «Sono stati avviati una serie di contributi solidaristici anche con Federfarma e ci sono i percorsi assistenziali e solidaristici con l'Enpaf per farmacisti in difficoltà. Ma non possiamo non considerare l'impatto che le difficoltà in cui versano le rurali e le piccole farmacie che operano in zone disagiate avrà sulla contribuzione pensionistica. Per questo come Sunifar stiamo cercando di muoverci per cercare di garantire, nonostante le difficoltà, ai limiti della tenuta economica, di tante farmacie, un livello di prestazione che sia il più possibile decoroso. In questo senso pensiamo sia utile cercare, come stiamo facendo, un dialogo con Fofi e con Enpaf con l'obiettivo di collaborare in questa direzione». D'altra parte, continua Orlandi, «Già le farmacie rurali vivono situazioni di disagio ed espletano il servizio a fronte di sacrifici. Non vorremmo che debbano pagare due volte, anche nella futura prestazione pensionistica, questo disagio».

Francesca Giani