Politica e Sanità

14 Ottobre 2014

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Economie, priorità e zero sprechi, ovvero «focalizzarsi su poche cose importanti»; sostegno reciproco tra farmacie e centrali cooperative e ripartizione dei ruoli e non "spartizione dei territori" «strategia adottata finora dagli operatori del settore». Queste le proposte che saranno portate da Cesare Guidi, presidente di FederfarmaCo al tavolo di lavori nel corso della I Convention FederfarmaCo - Federfarma Servizi che si svolgerà a Poiano (Garda) dal 16 al 18 ottobre e che sarà l'occasione, spiega a Farmacista33, per parlare di sostenibilità del sistema, sfide del presente e strumenti per affrontare il futuro. E soprattutto per coglierne le opportunità, che secondo Guidi sono «molte e tutte realizzabili appoggiandosi alle centrali operative, dalla consegna dei biosimilari di cui ora si occupano società di spedizione in cui non ci sono farmacisti; all'e-commerce che richiede un'informatica di alto livello, dalla presa in carico del paziente all'appropriatezza terapeutica, ma il motore deve essere un'idea sostenibile da trovare insieme». La sostenibilità, chiarisce Guidi «è strettamente legata alla capacità di produrre reddito, sostenere forza lavoro e infrastrutture logistiche e commerciali. Oggi la redditività, a partire dalle farmacie, è in continua contrazione. Anche FederfarmaCo si è dovuta fermare per un'attenta revisione ed è ripartita grazie a un piano industriale triennale. Ora più che mai la situazione va affrontata con tempestività con un piano basato su tre capisaldi: economie, priorità e zero sprechi, vale a dire grande concentrazione su poche cose importanti». E prosegue: «Le farmacie oggi devono affrontare sfide sempre più impegnative, ma devono agire con economie comuni, proponendosi all'industria come forze coese. Invece troppo spesso si lasciano sedurre dalle multinazionali che promettono sconti e dilazioni invece di consolidare la fedeltà alle proprie centrali cooperative, che sono anche le loro aziende. Indebolire la centrale significa ridurre la capacità finanziaria di chi è nato per supportarle». E infine, una proposta per uscire dalla crisi: «Abbandonare la strategia di "spartizione dei territori", che nella peggiore delle ipotesi diventa "rubarsi i territori", finora adottata dagli operatori del nostro settore e andare verso una maggiore efficienza che si può raggiungere con la spartizione dei ruoli, vale a dire riprogrammare il sistema secondo una divisione del lavoro. Questa è la benzina che può far ripartire il motore, portare sviluppo e una maggiore efficienza».

Simona Zazzetta