Sifo, superare corporativismo per favorire territorializzazione cure
Il processo di territorializzazione delle cure impone non solo una riorganizzazione a livello di offerta sanitaria ma un assestamento che investe anche le figure che operano nell'ambito dell'assistenza farmaceutica, dal farmacista di comunità a quello che lavora negli ospedali o nei distretti. E questo passaggio è un'occasione per valorizzare la professione di fronte ai cittadini e all'interno del servizio sanitario, in maniera unitaria e al di là di eventuali corporativismi, e per avviare un processo che metta davvero il paziente e la terapia al centro. A lanciare l'appello Laura Fabrizio e Maria Grazia Cattaneo, rispettivamente presidente e vice presidente della Sifo, a margine del XXXV congresso, in corso a Pescara. «Il Patto per la Salute» spiega Fabrizio «ha ribadito che è sempre di più intenzione della politica spostare l'assistenza sul territorio. Si tratta di un processo che non investe solo l'organizzazione delle cure primarie» attraverso per esempio l'indicazione di aggregare medici di medicina generale e pediatri di libera scelta in Aft o strutture analoghe «ma che impatta sui professionisti stessi» con effetti a cascata su tutte le figure che operano nell'ambito del Servizio sanitario: «il farmacista che lavora nelle strutture sanitarie, in questo contesto, è chiamato a specializzarsi sempre di più» rendendo sempre più opportuno «cercare di creare le condizioni perché il territorio possa supportare le cure al paziente, con un ruolo sempre più importante del farmacista di comunità, che deve operare in collegamento con l'ospedale». «Occorre ricordare» aggiunge Cattaneo «che il percorso del paziente, che dal territorio va in ospedale e da lì torna sul territorio, è di fatto un unicum e va gestito in maniera integrata. Fondamentale allora diventa l'interazione tra le professionalità che devono parlarsi, confrontarsi, interfacciarsi» e per le quali sono anche auspicabili «percorsi di formazione comuni». Strumento di questo passaggio «è anche il fascicolo sanitario elettronico e il dossier farmaceutico» che vanno implementati. Una riflessione va poi anche ai giovani: «dal momento che la richiesta è quella di una sempre maggiore specializzazione» continua Cattaneo «occorre mettere i giovani nelle condizioni di compiere con serenità e reale meritocrazia questo percorso». Uno degli spunti emersi è proprio la richiesta dalla base di «dare alla specialità dei farmacisti ospedalieri la stessa dignità di quella medica, prevedendo un riconoscimento economico per questo percorso, e la Sifo intende portare avanti la tutela della specializzazione e del diritto a un'uguaglianza alle borse di studio mediche».
Francesca Giani
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