Disoccupazione, sindacati dei non titolari: crisi occupazionale è problema di base
La crisi occupazionale è un tema, toccato anche nel recente tavolo di lavoro organizzato da Fofi con l'Enpaf e le rappresentanze dei farmacisti, che sta preoccupando sempre più le componenti della filiera e per il quale si stanno susseguendo appelli perché, insieme, si cerchi di trovare una soluzione nonostante il periodo di crisi. Come quello di Anna Attolico, presidente Fiafant, che, in un comunicato stampa in cui lancia le proposte in tema di previdenza, invita a non deviare da quello che è il problema nodale: «Rivendichiamo soluzioni chiare al problema di base: la crisi occupazionale. Altrimenti non ci ritroveremmo a parlare dell'impossibilità da parte di molti colleghi di pagare la quota Enpaf». Da un recente quadro contenuto nell'indagine del Bilancio sociale dell'Utifar che è stato presentato in occasione di Farmadays emerge «una tenuta» della farmacia in termini occupazionali e viene rilevata tra il 2008 e il 2012 «una crescita del numero di dipendenti che per la farmacia media italiana passa dai 2,6 del 2008 ai 2,7 del 2012». «Il nostro settore» rileva Francesco Imperadrice, presidente Sinasfa, «può aver tenuto più di altri a livello occupazionale, ma la situazione è drammatica. Lo stato di sofferenza è diffuso e purtroppo è reso evidente anche dal numero di persone che decide di uscire dalla professione cancellandosi dall'ordine. Come sindacato abbiamo provato a stimare il fenomeno, ma avere un quadro rappresentativo è difficile perché i dati sono a livello provinciale. Però faccio un ragionamento: se si dice che le farmacie in crisi sono circa 500, se non di più, e se è vero che quello del personale è il primo costo fisso che può essere oggetto di taglio è facile pensare che di licenziamenti ce ne siano di più di quello che si pensa». E la riflessione sulla crisi occupazionale era stata proposta anche da Luigi d'Ambrosio Lettieri, vice presidente Fofi e senatore, che in un comunicato al termine del tavolo sulla previdenza, aveva scritto: «La crisi sta dispiegando i suoi drammatici effetti anche nell'ambito della professione farmaceutica. Questo accade ormai da tempo e lo si registra da numerosi parametri che riguardano, tra l'altro, anche la crisi occupazionale e la tenuta economica della farmacia. Governare i difficili tempi della crisi vuol dire progettare ed avviare un radicale cambiamento nelle politiche del comparto, con la definizione di una ricollocazione della farmacia nelle logiche del mercato globalizzato». Intanto, sempre dal Fianfant, c'è attesa per il concorso straordinario per l'apertura di nuovi sedi, «che darà una scossa alla crisi occupazionale» ma viene messa in luce anche l'esigenza «che si creino nuovi sbocchi occupazionali per questa nostra laurea così ristretta nelle possibilità occupazionali». Un tema caro anche al Sinasfa che aggiunge: «occorre allargare i nostri orizzonti e avviare una discussione. Servono soluzioni innovative». Altri spunti di riflessione si aggiungono con la voce delle Parafarmacie che sempre allo stesso tavolo hanno chiesto «più equità nel sistema di accesso alla professione». Nel documento inviato alla Fofi, fa sapere Matteo Branca, vicepresidente della Federazione delle Parafarmacie (Fnpi), è stato sottolineato che «per affrontare il problema della disoccupazione della categoria bisognerebbe guardare con maggiore interesse a quei comparti come le parafarmacie, potenziale fonte di ulteriore occupazione, e quindi di contribuenti dell'ente previdenziale. Per riuscirci» conclude Branca, «ci deve essere la volontà politica di sostenere le parafarmacia in modo professionale».
Francesca Giani
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