Politica e Sanità
05 Novembre 2014Stipulare un patto, in forma di scrittura privata, con lo scopo di regolare i rapporti tra i farmacisti associati dalla scelta e presentazione della lista delle sedi preferite e fino all'apertura effettiva della farmacia, e valutare l'equilibrio economico per sapere come varia la sostenibilità con due o più associati. È quanto consigliano di fare «prima di costituire la società», a tutti coloro che hanno partecipato al Concorso in forma associata, l'avvocato Margherita Porazzini e Giulio Sensi, consulente aziendale dello Studio Falorni di Pisa. Consigli che saranno ripresi il 23 novembre nel convegno organizzato a Pisa,"Assegnazione nuove sedi farmaceutiche in toscana. Vademecum per la scelta della sede, patti preliminari, costituzione della società, avvio dell'impresa".
Sensi sottolinea che «attraverso tali patti gli associati possono regolare i loro rapporti, in base alle esigenze del caso specifico, senza perdere di vista gli aspetti e le criticità che sono connaturate a questo Concorso». Criticità che riguardano in primo luogo la scelta delle sedi: «Gli associati» spiega l'avvocato Porazzini «hanno l'onere di scegliere, pena l'esclusione dalla graduatoria, un numero di sedi pari alla corrispondente posizione in graduatoria. La scrittura privata permette, per esempio, di stabilire un criterio a maggioranza o all'unanimità, per la scelta delle sedi e l'ordine progressivo delle stesse, come pure anche accordarsi su quali siano le sedi di effettivo interesse, al di là delle quali gli associati sarebbero d'accordo a rinunciarvi». Un altro aspetto da definire sono le condizioni di un'eventuale decadenza dalla sede farmaceutica per causa di uno degli associati: «In questa circostanza anche gli altri associati decadrebbero dal relativo diritto, ma potrebbero vedersi riconosciuto un risarcimento dall'associato che non ha ottemperato agli obblighi di legge, la cui misura può essere stabilita nella scrittura privata». Va inoltre definita la possibilità di cessione delle quote societarie una volta decorso il decennio: «I patti tra gli associati potrebbero prevedere un diritto di prelazione a favore degli altri soci e/o dei parenti del cedente, in mancanza del cui esercizio le quote potrebbero essere cedute liberamente a terzi secondo valori preventivamente concordati». Nella fase in cui si definiscono gli accordi preliminari, Sensi suggerisce di valutare anche l'equilibrio economico della farmacia di nuova apertura. «Fatte 100 le farmacie che potrebbero sostenere l'attività professionale di un farmacista» afferma «diventano assai meno della metà per due associati, verosimilmente meno di 20 per tre associati e così via. A voler fare una valutazione superficiale, se la produttività per addetto in farmacia è indicativamente di 330.000 euro annui, per la sostenibilità minima di tre associati occorrerebbe una farmacia da almeno 1.000.000 di euro di fatturato nella speranza, in primo luogo, di raggiungere tale fatturato e poi di raggiungerlo il prima possibile. Considerando che si parte da zero, il primo anno è difficile arrivare a regime, il secondo pure, il terzo forse. E nel frattempo bisogna anche vedere se la società ha retto».
Simona Zazzetta
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