Da biosimilari risparmi e accesso a cure, ma politica sostenga mercato
I farmaci biosimilari offrono una grande opportunità per il contenimento dei costi sanitari in tutta l'Europa, garantendo ai pazienti un maggiore accesso alle terapie innovative e allo stesso tempo preservando i bilanci dei Sistemi sanitari con risparmi fino al 25%, ma il loro uso deve essere sostenuto da politiche nazionali che mantengano sostenibile mercato farmaci biosimilari. Lo afferma il rapporto "Factors supporting a sustainable european biosimilar medicines market" commissionato all'istituto tedesco Gfk dall'European generic medicines association (Ega) e presentato nei giorni scorsi a Roma in cui si riassumono le indicazioni per le politiche nazionali: informare tutti i soggetti interessati sui farmaci biosimilari in modo imparziale, promuovere la concorrenza nel mercato incentivandone un uso precoce adeguato, divulgare dati clinici per rafforzare la fiducia verso questi farmaci, realizzare procedure d'acquisto trasparenti e condivise che non ritardino la disponibilità. I dati del rapporto emergono da interviste condotte in 7 paesi, fra cui l'Italia, raccogliendo il contributo di 71 tra responsabili di politiche sanitarie, medici, farmacisti, pazienti e industria, e tra le altre cose dimostrano che, almeno per alcuni farmaci molto costosi, il risparmio possibile è di circa il 25%. «Il rapporto» ha spiegato il presidente di Assogenerici Enrique Hausermann «conferma che i farmaci biosimilari consentiranno ai pazienti europei un migliore accesso ai prodotti biologici ritenuti essenziali per molte terapie, offrendo nel contempo risparmi a lungo termine». La proiezione sui prossimi anni, nel corso dei quali 12 farmaci biologici perderanno il brevetto, l'ha illustrata Francesco Colantuoni vicepresidente di Assogenerici: «Nei prossimi anni i farmaci biologici impegneranno circa un terzo della spesa ospedaliera, 1,5 miliardi di euro. Dovremmo focalizzare la nostra attenzione non più sull'equivalenza tra biologici e biosimilari, ma sull'avere pazienti con diritti equivalenti, dando a tutti le stesse possibilità di accesso alle terapie». Al termine della presentazione del rapporto Colantuoni ha annunciato che è stato costituito il Gruppo italiano biosimilari (Ibg), sulla scia di quello europeo, che riunisce tutte le aziende del settore.
Simona Zazzetta
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