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Politica e Sanità

06 Novembre 2014

Cittadinanzattiva: Farmacia servizi fulcro digitalizzazione della sanità


Migliorare la presa in carico del paziente, garantendogli la continuità assistenziale, il monitoraggio e l'aderenza alla terapia e produrre informazioni precise ed esaustive sulle patologie condivisibili tra gli operatori della sanità. Sono obiettivi raggiungibili implementando il processo di informatizzazione che in Italia comprende, tra gli altri aspetti, Cup, Fse, ricetta dematerializzata, ma anche telemedicina, e mettendo al centro il paziente. Un processo nel quale è coinvolta a pieno titolo anche la farmacia dei servizi e che dovrà trovare realizzazione anche attraverso la riorganizzazione delle cure primarie previste dal Patto per la salute. Sono questi alcuni degli aspetti che emergono dalle Raccomandazioni civiche sull'E-Health, realizzate dal Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, insieme a rappresentanti di associazioni di pazienti, società scientifiche, professioni mediche e Federfarma, con l'obiettivo di «rendere operativa la grande sfida della informatizzazione della sanità e della telemedicina, sfruttandone le potenzialità e riducendone i rischi, e puntando a mettere il cittadino al centro della rivoluzione della sanità elettronica». La premessa è che «l'informatizzazione in sanità e la telemedicina hanno effetti positivi» in particolare per «migliorare la presa in carico del paziente, garantendogli la continuità assistenziale, il monitoraggio e l'aderenza alla terapia» e per «produrre informazioni precise ed esaustive sulle patologie». Coinvolte a pieno titolo nel percorso «anche le farmacie che cambiano volto diventando farmacie dei servizi, luogo dove il cittadino, oltre a poter prenotare le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, potrà sottoporsi mediante il supporto di un operatore sanitario, a test di autovalutazione non invasivi». Tra le principali iniziative avviate in Italia c'è il «cup, la realizzazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), la digitalizzazione e la trasmissione elettronica delle prescrizioni (ePrescription) e dei certificati di malattia, la ridefinizione della rete di assistenza mediante la telemedicina». E proprio alla luce della farmacia dei servizi e del richiamato Patto della Salute, si ricorda che «l'istituzione delle AFT e delle UCCP» si basa «sulla medicina di iniziativa caratterizzata da un setting assistenziale multiprofessionale in cui sarà fondamentale l'apporto della sanità elettronica. La continuità assistenziale e l'integrazione saranno possibili avviando specifici processi attuativi» con soluzioni «capaci di essere interoperabili». Secondo il dossier, che sviluppa 59 raccomandazioni, allora «è necessario superare la logica competitiva delle regioni e operare con l'intento di individuare una metodologia comune che tenga conto in primis dei bisogni del cittadino e dei professionisti del settore garantendo la autenticità dei documenti e proteggendoli da accessi non autorizzati». Per questo occorre «utilizzare l'innovazione tecnologica in modo da garantire lo scambio di informazioni tra i professionisti della sanità e migliorare la qualità, la sicurezza e l'efficienza dei processi» e «agire sull'aspetto culturale delle nuove metodiche, anche investendo sull'informazione e sull'educazione ai cittadini, in merito a come l'innovazione tecnologica si integra alla qualità della cura e dell'assistenza». Fondamentale poi la creazione di una cultura: occorre «sensibilizzare e creare un clima di fiducia nei confronti delle soluzioni di sanità elettronica» nonché «implementare l'alfabetizzazione digitale e la formazione all'utilizzo di strumenti di sanità elettronica sia dei professionisti sanitari sia dei pazienti fruitori del servizio e di chi riveste un ruolo di sostegno e di aiuto del paziente». E tra gli altri punti, c'è anche quello di «dare seguito alle Linee Guida nazionali sul Sistema Cup al fine di integrare pienamente l'offerta dei servizi sanitari, ridurre al minimo spostamenti inutili del cittadino, mettendo in rete tutte le informazioni necessarie su strutture pubbliche e private-convenzionate». Non da ultimo, «ricomprendere tra gli stakeholder che partecipano al Comitato di Coordinamento del Patto per la Sanità Digitale, rappresentanti delle associazioni dei pazienti e dei cittadini», del quale per altro vengono messi in luce i ritardi sulla tabella di marcia.

Francesca Giani

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