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11 Novembre 2025Le alterazioni del microbiota intestinale non si riflettono soltanto sulla salute digestiva e metabolica, ma anche sul sonno e sul benessere mentale

Una recente revisione sistematica, pubblicata su Brain Medicine, evidenza come l’equilibrio della flora intestinale influenzi profondamente la qualità del sonno, i ritmi circadiani e la salute del cervello, delineando nuove connessioni tra microbiologia e neuroscienze.
Nei pazienti affetti da insonnia cronica, è stata osservata una riduzione della diversità microbica e una modifica del metabolismo degli acidi biliari. In particolare, la diminuzione di alcuni ceppi appartenenti alla famiglia Ruminococcaceae si associa a un aumento degli acidi biliari primari, che possono favorire processi infiammatori e alterazioni metaboliche. Tale squilibrio, a sua volta, può amplificare la difficoltà ad addormentarsi e peggiorare la qualità complessiva del sonno.
Nelle persone con apnea ostruttiva del sonno (OSA) si riscontra, invece, una riduzione dei batteri produttori di acidi grassi a catena corta, molecole fondamentali per il mantenimento dell’integrità della barriera intestinale, e un aumento di specie pro-infiammatorie, come Fusobacterium e Lachnoclostridium, che contribuiscono a uno stato infiammatorio sistemico.
Per quanto riguarda il jet lag, o le situazioni di alterazione del ritmo sonno-veglia dovute al lavoro notturno, si osservano cambiamenti significativi nella composizione batterica, con un aumento di Actinobacteria e Firmicutes e una riduzione di Bacteroidetes. Queste variazioni compromettono la vigilanza, la qualità del sonno e la capacità dell’organismo di adattarsi ai cambiamenti del ciclo circadiano.
Nei pazienti con narcolessia di tipo 1, caratterizzata dalla perdita dei neuroni che producono ipocretina (orexina), si sono riscontrate, invece, alterazioni in generi batterici implicati nella modulazione della risposta immunitaria, come Blautia, Lactococcus e Klebsiella,
Un pattern simile emerge anche nel disturbo comportamentale in fase REM (RBD), spesso considerato un prodromo della malattia di Parkinson, dove si osserva una riduzione di Faecalibacterium e Butyricicoccus, produttori dell’acido butirrico, un metabolita con effetto antinfiammatorio e neuroprotettivo.
Figura 1. Caratteristiche del microbiota intestinale nei disturbi del sonno.
La figura illustra le principali modificazioni del microbiota intestinale osservate nei pazienti con disturbi del sonno, inclusi quelli associati a disturbi psichiatrici. F/B indica il rapporto tra Firmicutes e Bacteroidetes, parametro frequentemente utilizzato come indicatore dell’equilibrio microbico intestinale.
L’intestino, quindi, non comunica solo con il cervello, ma ne influenza anche le risposte allo stress e la regolazione ormonale attraverso il nervo vago e l’asse ipotalamo–ipofisi–surrene. La privazione di sonno altera a sua volta la composizione del microbiota, innescando un circolo vizioso tra disbiosi, infiammazione e disturbi del sonno. Un microbiota in equilibrio, invece, promuove un sonno regolare e una maggiore stabilità emotiva.
Gli autori concludono che la comprensione del dialogo tra microbiota, intestino e cervello potrebbe così aprire a nuove prospettive terapeutiche per i disturbi del sonno, promuovendo un approccio integrato tra neuroscienze, microbiologia e medicina preventiva.
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