Vaccini
28 Luglio 2023 In Francia le istituzioni sanitarie insieme alla Scuola Nazionale di Medicina Veterinaria stanno sviluppando un potenziale vaccino per la malattia di Lyme: mira a modificare il microbiota delle zecche vettore
L'Istituto Nazionale francese di Ricerca per l'Agricoltura, l'Alimentazione e l'Ambiente (INRAE) in collaborazione con l'Agenzia Nazionale francese per la Sicurezza Sanitaria dell'Alimentazione, dell'Ambiente e del Lavoro (ANSES) e la Scuola Nazionale di Medicina Veterinaria di Alfort, stanno sviluppando un potenziale vaccino per la malattia di Lyme. Esso è mirato a modificare il microbiota delle zecche, che sono l’habitat del batterio causale. Questa innovativa strategia potrebbe aprire la strada a un efficace contrasto alla diffusione della malattia.
Ecco come funziona il candidato vaccino
Fino ad oggi non è stato ancora sviluppato alcun vaccino contro la borreliosi di Lyme, una malattia che ha colpito 47.000 persone in Francia nel 2021 e causato 810 ricoveri ospedalieri. I ricercatori, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista "Microbiome", stanno cercando di capire in che misura una modifica del microbiota della zecca potrebbe influenzare il vettore dell'agente della malattia. In sintesi, gli scienziati hanno iniettato un vaccino composto da un ceppo innocuo di Escherichia coli in alcuni roditori, in modo da far sviluppare anticorpi. Nel momento del morso di una zecca, questi anticorpi interagiscono con il microbiota della zecca e lo modificano. L'analisi delle zecche dopo il morso ha mostrato meno Borrelia rispetto alle zecche che avevano morso roditori non vaccinati. Il vaccino, sebbene non protegga il topo dalla malattia, previene la colonizzazione della zecca da parte di Borrelia. Questo, secondo i ricercatori, potrebbe impedire al patogeno di attecchire efficacemente l'intestino del vettore e/o impedire al vettore di trasmettere l’infezione. Queste ricerche potrebbero costituire la base per una nuova ed innovativa strategia di vaccinazione, incentrata sul disturbo del microbiota del vettore della malattia, che potrebbe ridurre drasticamente gli effetti patogeni. La malattia di Lyme è generalmente benigna, ma l'infezione, se non trattata in tempo, può portare a complicanze, come un'eruzione cutanea, febbre, brividi, mal di testa, dolori muscolari e articolari, perdita di memoria o palpitazioni cardiache che possono raramente causare anche il decesso.
In Italia 500 nuovi casi di malattia di Lyme ogni anno
In Italia, i dati ufficiali sulla diffusione della malattia sono pochi e non recenti: nel 2000, una circolare del Ministero della Salute riporta circa un migliaio di casi nel periodo 1992-1998. Le Regioni con il maggior numero di segnalazioni sono Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Veneto, Emilia-Romagna e la Provincia autonoma di Trento, mentre nelle Regioni centro-meridionali e insulari i casi segnalati sono rari. Recentemente, il Gruppo Italiano di Studio sulla Malattia di Lyme ha stimato che nel nostro Paese si verificano circa 500 nuovi casi ogni anno.
https://microbiomejournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/s40168-023-01599-7
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