Galenica
02 Agosto 2024La psoriasi è una patologia infiammatoria che nella maggior parte dei casi viene trattata mediante farmaci cortisonici topici; dove questi non bastassero, si può implementare la terapia con l’antrolina
La psoriasi è una patologia infiammatoria che nella maggior parte dei casi viene trattata mediante farmaci cortisonici topici; dove questi non bastassero, si può implementare la terapia con l’antrolina. Antrolina, ditranolo o cigolina sono tutti sinonimi con cui si identifica la sostanza 1,8-Diidrossi-9(10H)-antracenone: un derivato dall’acido crisarofanico. Questa sostanza agisce sia diminuendo il turn over cellulare, sia inibendo la funzione dei neutrofili e quindi esercitando un’azione antinfiammatoria.
Il suo meccanismo d’azione la rende quindi interessante per il trattamento della psoriasi: patologia che consiste nell'iperproliferazione dei cheratinociti epidermici associata all'infiammazione dell'epidermide e del derma. Riduce la sintesi di DNA e da ciò risulta un'inibizione della funzione mitrocondriale e della suddivisione mitotica.
La psoriasi si manifesta con papule e placche ben circoscritte, eritematose e ricoperte da squame argentee. L'eziologia è multifattoriale e include la predisposizione genetica. I fattori scatenanti comprendono i traumi, le infezioni e alcuni farmaci. I sintomi sono di solito minimi, ma può essere presente prurito da lieve a grave benchè le implicazioni estetiche possono essere importanti.
Le stime della prevalenza della psoriasi variano ampiamente tra le diverse popolazioni ed è probabile che la psoriasi sia sottovalutata nelle persone con pelle scura rispetto alle persone con pelle chiara. I corticosteroidi sono il trattamento di prima scelta e vengono solitamente applicati localmente ma possono essere iniettati nelle lesioni di piccole dimensioni o resistenti.
L’antrolina, come già scritto, è una soluzione che viene intrapresa in seconda battuta. La sostanza si ossida colorando la cute di marrone e può essere irritante per la cute sana. Per questi motivi si usa normalmente nella cosiddetta terapia di contatto breve: il farmaco, a concentrazioni da 0.1% a 1%,è applicato 1-2 volte al giorno per 10 minuti, se tollerata. Questo modello di applicazione serve per evitare il rischio di irritazione o discromia: si consiglia di risciacquare l'antralina 20-30 minuti dopo l'applicazione.
Materiali: bilancia, mortaio, pestello
Ditranolo 500mg
Vaselina liquida 1g
Vaselina bianca q.b a 100g
Si sospende il ditranolo con la vaselina liquida lavorando con mortaio e pestello. Si aggiunge quindi con progressione geometrica la vaselina bianca e si confeziona, infine, in un contenitore che protegga da fonti luminose.
Il ditranolo è abbastanza instabile come molecola e, inoltre, lo è tanto di più quanto minore è la concentrazione finale utilizzata. Il ditranolo si mostra instabile in presenza di paraffina gialla, nonostante eventuale aggiunta di conservanti quali acido ascorbico e ossalico, mentre è relativamente stabile in paraffina bianca.
Anche fonti di calore e utensili metallici possono inficiarne la stabilità: eventuali cambiamenti di colore della preparazione sono correlati a crollo dell’attività del farmaco.
Nelle preparazioni ad uso topico contenenti ditranolo e zinco ossido vanno aggiunti acido salicilico e benzoico allo scopo di evitare il cambiamento di colore e la diminuzione di attività del ditranolo.
Il ditranolo è irritante per gli occhi e per le mucose. Può dare una sensazione di bruciore soprattutto nella cute circostante le lesioni psoriasiche; la sostanza macchia cute, capelli, alcuni tessuti, plastica e smalto. La colorazione rossastra della cute e dei capelli, probabilmente dovuta alla formazione di un dimero antrachinonico, scompare all'interruzione del trattamento.
Quando il ditranolo viene applicato a pazienti precedentemente trattati con potenti corticosteroidi per uso topico il rischio dell'irritazione cutanea aumenta. Visto il suo potenziale irritante, anche a livello oculare, prestare attenzione al suo maneggiare in laboratorio, utilizzando DPI adeguati
Fonte
Br J Dermatol. 2003 Apr;148(4):779-83.
Br J Dermatol. 2002 Apr;146(4):621-6.
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