Coronavirus. In farmacia vademecum antipanico per i cittadini con indicazioni e buone pratiche
Indicazioni antipanico e buone pratiche per affrontare l'emergenza sanitaria da coronavirus sono incluse nel vademecum psicologico elaborato dagli psicologi da fornire ai cittadini che entrano in farmacia con timori o domande
Indicazioni antipanico e buone pratiche per affrontare l'emergenza sanitaria da coronavirus sono incluse nel vademecum psicologico elaborato dagli psicologi da fornire ai cittadini che entrano in farmacia con timori o domande. Il progetto realizzato dal Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi ha realizzato, in collaborazione con la Federazione nazionale degli ordini dei farmacisti, si colloca nell'ambito delle numerose esperienze di collaborazione con la professione di psicologo che valorizzano il ruolo della Farmacia dei servizi, mettendo a disposizione dei cittadini un utile strumento per la gestione dell'emergenza sotto il profilo psicologico. A riportare il razionale dell'iniziativa e il materiale informativo è una circolare della Fofi: l'obiettivo è dare ai cittadini "consigli ed indicazioni su come gestire la paura provocata dall'attuale situazione di emergenza sanitaria, evitando che diventi eccessiva rispetto ai rischi oggettivi".
Il vademecum spiega una nota della Fofi, "inquadra i timori diffusi, gli atteggiamenti positivi da adottare, e quelli negativi che vanno invece evitati, per ricondurre alla corretta percezione l'attuale situazione di crisi". «Voglio innanzitutto ringraziare il Consiglio Nazionale degli Ordini degli Psicologi e il suo presidente, professor David Lazzari, per questa realizzazione, che dimostra l'efficacia della sinergia delle professioni della salute - dice il presidente della FOFI, Andrea Mandelli - è giusto avere paura del contagio, ma soltanto finché questo timore ci guida a evitare l'esposizione al pericolo, non quando si traduce in comportamenti irrazionali, sempre controproducenti» spiega Mandelli. "Altrettanto importante è evitare i rischi della cosiddetta infodemia. Tutti dobbiamo riferirci alle fonti di informazione ufficiali ed evitare di diffondere, anche senza volerlo, notizie scorrette». E conclude: «Possiamo superare anche questa emergenza ma dobbiamo agire insieme, come collettività e in questo senso non cedere al panico è fondamentale tanto quanto rispettare le norme igieniche. I cittadini sappiano di poter contare sempre su di noi e su tutti i professionisti che si occupano della loro salute».
Paura emozione sana se proporzionata al pericolo
In primo luogo, gli psicologi ricordano ai cittadini che "la paura è un'emozione potente e utile, selezionata dall'evoluzione della specie umana per permettere di prevenire i pericoli e, quindi, funzionale a evitarli. La paura funziona bene se è proporzionata ai pericoli. Oggi molti pericoli non dipendono dalle nostre esperienze, ma ne veniamo a conoscenza perché sono descritti dai media e sono ingigantiti dai messaggi che circolano sulla rete. Si ha più paura dei fenomeni sconosciuti, rari e nuovi, e la diffusione del nuovo Coronavirus ha proprio queste caratteristiche".
Indicazioni anti-panico
1. Attenersi ai fatti, cioè al pericolo oggettivo. Il Coronavirus è un virus contagioso ma come ha sottolineato una fonte OMS su 100 persone che si ammalano la maggior parte guarisce spontaneamente o ha solo problemi lievi. Le misure collettive eccezionali scaturiscono soprattutto dall'esigenza di arginare l'epidemia 2. Non confondere una causa unica con un danno collaterale. Le situazioni più gravi o decessi sono per lo più dovuti all'azione congiunta di più problemi di salute, non sono causati sono dall'azione del coronavirus così come successo e succede nelle forme influenzali che registrano dei cessi ben più numerosi. 3. Farsi prendere dal contagio collettivo del panico ci porta a ignorare i dati oggettivi e la nostra capacità di giudizio può affievolirsi. Molti provano ansia e desiderano agire e fare qualcosa più di far calare l'ansia, e questo può generare stress e comportamenti irrazionali e poco produttivi. Pur di fare qualcosa, spesso si finisce per fare delle cose sbagliate e a ignorare azioni protettive semplici, apparentemente banali ma molto efficaci come quelle suggerite dalle autorità sanitarie. 4. Troppe emozioni impediscono il ragionamento corretto e frenare la capacità di vedere le cose in una prospettiva giusta e più ampia, allargando cioè lo spazio-tempo con cui esaminiamo i fenomeni... È difficile controbattere le emozioni con i ragionamenti però è bene cercare di basarsi su dati oggettivi. Regola fondamentale è l'equilibrio tra il sentimento di paura il rischio oggettivo. 5. Siamo preoccupati della venerabilità nostra e dei nostri cari e cerchiamo di rendere in vulnerabili. Ma la ricerca ossessiva dell'invulnerabilità è controproducente perché ci rende eccessivamente paurosi, incapace di affrontare il futuro perché troppo rinchiusi i miei stessi.
Buone pratiche per affrontare il coronavirus
1. Evitare la ricerca compulsiva di informazioni, usare diffondere fonti informative affidabili. Riduci la sovraesposizione l'informazione dei media e dei social una volta acquisite le informazioni di base, è sufficiente verificare gli aggiornamenti sulle fonti affidabili. Si hanno così tutte le informazioni necessarie per proteggersi senza farti sommergere da un flusso ininterrotto di allarmi ansiogeni 2. Un fenomeno collettivo non personale Il coronavirus non è un fenomeno individuale. Ci dobbiamo proteggere come collettività responsabile. L'Istituto superiore di sanità indica semplici azioni di prevenzione individuale. L'uso regolare di queste azioni elementari riduce significativamente i rischi di contagio perse, chi ci è vicino e la collettività. 3. Agisci collettivamente per un fenomeno collettivo. Anche se tu ti sei fatto un'idea corretta del fenomeno è bene cercare di aiutare gli altri raccontano in parole semplici nostro decalogo e le raccomandazioni qui elencate. Puoi fornire le semplici informazioni sopra indicate, ragionando con calma e pazienza invece di ignorare o peggio disprezzare chi non sa e si rifiuta di pensare agire tutti in modo informato responsabile e aiutarsi reciprocamente a farlo, aumenta la capacità di protezione della collettività e di ciascuno di noi.
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