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Farmacisti

21 Novembre 2020

Gestione del paziente cronico sul territorio: lo strumento è la Farmacia dei servizi

di Lara Figini


Il farmacista territoriale sta assistendo a una trasformazione: da dispensatore di farmaci a dispensatore di servizi. La chiave è la territorializzazione delle cure e la Farmacia dei servizi. Se ne parla a FarmacistaPiù

Il farmacista territoriale sta assistendo ad una trasformazione della sua professione: da dispensatore di farmaci a dispensatore di servizi, e lo strumento a disposizione per farlo è la Farmacia dei servizi. Questo quanto emerso nella tavola rotonda tenutasi in occasione dell'incontro "Un nuovo modello di Farmacia territoriale: la chiave per la territorializzazione delle cure e la de-ospedalizzazione dei pazienti cronici" nell'evento digitale FarmacistaPiù, in corso fino al 21 novembre.

Lo studio sui pazienti diabetici: la gestione nella farmacia rurale

Il confronto è partito dai risultati di uno studio, coordinato dal farmacista Raffaele La Regina, che indagava l'effetto del farmacista come case manager, sulla aderenza al piano terapeutico e ai controlli del paziente diabetico. Lo studio, condotto presso una farmacia rurale della Campania, ha visto l'arruolamento di 40 pazienti e aveva come endpoint primario l'aderenza alla terapia e come endopoint secondari erano la variazione del tempo di attesa per gli esami, la variazione percentuale media dell'emoglobina glicata (HbA1c), i livelli di colesterolo Ldl e pressione sanguigna, l'impatto sui costi relativi all'assistenza sanitaria e la qualità percepita dell'assistenza. «Obiettivo di questo studio pilota era anche quello di valutare la potenzialità dei servizi della farmacia e, soprattutto, dei farmacisti di comunità nella gestione delle malattie croniche insieme a medici di base e specialisti al fine di migliorare in modo sostenibile la qualità della cura del diabete» ha spiegato La Regina «oltre ai risultati di aderenza alla terapia al 98%, contro il 4% di una coorte storica di riferimento, abbiamo registrato una diminuzione della pressione sanguigna, della emoglobina glicata e dei livelli di colesterolo» ed ha aggiunto «in conclusione, poter contare su una medicina di prossimità ha aumentato l'aderenza e anche al miglioramento dei parametri clinici». A questo punto la strada da intraprendere è quella di pensare a percorsi universitari che puntino su nuove skills del farmacista, di aumentare la ricerca sul campo in farmacia, e di fare rete tra farmacie. «Lo studio ha anche il merito di aver creato sinergie con medico di medicina generale e specialisti, e che questa collaborazione determina un ottimo risultato in termini di salute del paziente cronico» ha commentato Dario Pandolfi, presidente Federfarma Salerno «il ruolo di Federfarma è oggi quello di tenere insieme i farmacisti e far capire ai colleghi che nuove strade aprono prospettive diverse per la professione. Il farmacista deve diventare parte attiva del Ssn» e sottolinea «questo ruolo ha una valenza ancora maggiore nei piccoli centri, dove la farmacia rurale è un riferimento per il paziente». Pandolfi non esclude, per le rurali, che spesso hanno spazi ridotti, la possibilità di svolgere i servizi in locali attigui alla farmacia.
«Fare rete è fondamentale se si vuole crescere come categoria ed affrontare le sfide del mercato» aggiunge Ivan Tortorici, presidente dell'Associazione Pillole di informazione «ma l'aggregazione tra farmacisti risulta importante anche nell'ottica di rendere il sistema sanitario nazionale più omogeneo tra regioni».

Con controllo più prossimo della terapia migliora performance di salute

Lo strumento già a disposizione delle farmacie è la Farmacia dei servizi la cui sperimentazione è stata rallentata dall'emergenza Covid-19. «La farmacia dei servizi è partita in 9 regioni e dal 2021 sarà estesa ad altre 11: ora sta a noi farmacisti far capire allo stakeholder pubblico quanto siamo importanti» ha affermato Nicola Stabile, presidente Promofarma «le risorse del nostro Sistema sanitario nazionale universalistico non sono infinite, c'è dunque bisogno del farmacista per un controllo della aderenza alla terapia. Perché, è dimostrato, che con un controllo più prossimo al cittadino si riesce a migliorare le performance sanitarie ed economiche e di salute del cittadino» e ha concluso «la professionalità e la territorialità, intesa anche come capillarità, sono i nostri strumenti contro la concorrenza, anche quella di Amazon».

Chiara Romeo

TAG: GESTIONE DELLA MALATTIA, GESTIONE DELLA CURA DEL PAZIENTE, FARMACISTI, PAZIENTI, FARMACISTA DI COMUNITà

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